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Malattia del sonno. Appello di Msf: “Nuove cure offrono speranze ma mancano fondi”


L’organizzazione medico-umanitaria avverte che le attività di controllo sul campo sono bloccate. La Tripanosomiasi si trasmette attraverso la puntura della mosca tse-tse ed è fatale se non curata. Si stima che siano circa 70 milioni gli individui che rischiano di contrarla.

09 DIC - I progressi ottenuti nello sviluppo di nuovi test diagnostici e di  nuove terapie sono finalmente di buon auspicio per la lotta contro la Tripanosomiasi umana africana. L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (Msf) avverte però che le attività di controllo sul campo sono bloccate a causa della mancanza di fondi sostenibili. La Tripanosomiasi Africana Umana, più conosciuta come Malattia del sonno, si trasmette attraverso la puntura della mosca tse-tse ed è fatale se non viene curata.

Colpisce tra le persone più povere del mondo che vivono in aree rurali isolate dell’Africa Centrale Subsahariana e si stima che circa 70 milioni di individui siano a rischio di contrarre la malattia. Dopo anni di indifferenza,  la tendenza potrebbe cambiare grazie ai due nuovi test rapidi attesi per il prossimo anno e a un nuovo trattamento orale in sperimentazione clinica. Tuttavia, tali impegni positivi sono messi in discussione dalla carenza di risorse per il finanziamento delle attività di controllo a livello nazionale.

“Attualmente, affrontiamo enormi sfide sia mediche sia logistiche. C’è bisogno di personale altamente qualificato per effettuare i test e di sofisticate apparecchiature di laboratorio. Entrambi devono poi essere introdotti in aree rurali isolate, molte delle quali teatro di conflitti in corso. Nuovi e più adeguati strumenti contribuiranno a semplificare il processo, aiutando i pazienti e il personale medico ad affrontare il carico della malattia”, ha affermato, Anja De Weggheleire, coordinatore medico di Msf a Kinshasa. “Tuttavia, proprio quando c’è bisogno di uno sforzo congiunto – ha proseguito - le attività di controllo a livello nazionale risultano sotto finanziate. Se questa situazione non cambierà velocemente, potremmo perdere l’opportunità di identificare e curare i pazienti che ancora non sono raggiungibili, peggio ancora, rischiamo di dover confrontarci con una re-insorgenza della epidemia”.

Nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), dove si registrano i 3/4 di tutti i casi riportati, il numero delle persone sottoposte a test per la malattia è diminuito in maniera significativa negli ultimi mesi. Inoltre, a giugno 2013, si esaurirà la principale risorsa di finanziamento esterno per il programma di controllo. In mancanza degli opportuni meccanismi di vigilanza sanitaria sul posto, il Paese rischia di vivere una nuova fase di diffusione della malattia del sonno, com’è successo già altre volte in passato quando l’azione di controllo è diminuito sensibilmente, anche per brevi periodi di tempo. Se ciò si ripetesse, la RDC potrebbe ben presto trovarsi nella condizione dei suoi vicini, la Repubblica Centrafricana e il Sud Sudan, dove le attività di controllo sono estremamente insufficienti.

I nuovi test, attesi per il 2013, sono stati sviluppati con il supporto della Foundation for New Innovative Diagnostics e dell’Istituto di Medicina Tropicale di Anversa, e sono entrambi facili da usare, senza peraltro aver bisogno di essere conservati a basse temperature. Ciò significa che molte più persone a rischio potrebbero essere testate. Anche se successivamente saranno necessari esami più complessi per confermare i casi sospetti di infezione, questi nuovi test diagnostici permetteranno di superare molti condizionamenti logistici cui sono attualmente confrontate le cliniche mobili impegnate contro la Tripanosomiasi.  

Il nuovo medicinale orale sviluppato con il supporto del Dndi (Drugs for neglected diseases initiative), il fexinidazolo, che sta entrando nella seconda fase delle tre previste di sperimentazione clinica svolta sul campo, potrebbe nel prossimo futuro offrire una buona alternativa al protocollo di trattamento con ripetute iniezioni endovenose, attualmente utilizzato per curare la malattia del sonno in stadio avanzato.

“Se non saranno presto garantiti finanziamenti sostenibili, nel prossimo futuro disporremo di nuovi eccellenti strumenti  per combattere la malattia del sonno, ma di nessuna capacità organizzativa di livello nazionale in condizione di utilizzarli”, ha avvertito Manica Balasegaram, direttore esecutivo della Campagna per l’accesso ai farmaci di Msf. “I prossimi mesi – ha concluso - saranno decisivi per superare le incertezze che oggi gravano sull’azione di contrasto della malattia del sonno nella Rdc e negli altri Paesi endemici dove c’è urgente bisogno di fondi dedicati e di risorse adeguate”.

09 dicembre 2012
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