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Legge 40. Tribunale di Firenze rimanda legge alla Consulta


La Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sul divieto dell'utilizzo degli embrioni sovrannumerari per la ricerca scientifica e sull'irrevocabilità del consenso informato della donna ai trattamenti di fecondazione assistita. Gallo (Ass. Coscioni): “E’ ora di cancellare una legge assurda”. Ecco il testo dell'ordinanza.

12 DIC - Torna ancora una volta all’esame della Corte Costituzionale la legge 40/2004 in materia di fecondazione medicalmente assistita. A sollevare la questione di legittimità costituzionale è stato il Tribunale di Firenze, pronunciandosi sul ricorso di una coppia contro le norme della legge 40 che vietano la revoca del consenso informato ai trattamenti di fecondazione assistita e la donazione gli embrioni soprannumerari alla ricerca scientifica. Norme che, tuttavia, secondo il giudice di Firenze sarebbero in contrasto con l’art. 32 della Costituzione sul diritto a curarsi ma anche a rifiutare le cure, così come con gli articoli 33 e 9 della carta Costituzionale che sanciscono la libertà di ricerca scientifica in Italia e pertanto ha rimandato la legge alla Consulta.

“La battaglia iniziata da Luca Coscioni oltre 12 anni fa sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali segna oggi un importante passaggio”, ha commentato Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, secondo la quale “è ora di cancellare questa assurda legge”. L’Associazione Coscioni, ricorda peraltro il segretario, "ha costituito un’équipe di giuristi e legali che assistono le coppie su queste materie”. La stessa Gallo, che è avvocato, ha curato numerosi casi contro la legge 40 anche presso il Tribunale di Firenze. “Si sta facendo in Tribunale quella giustizia che la legge non assicura”.

Per Gallo, infatti, il Tribunale di Firenze "ha dimostrato ancora una volta quanto da noi espresso più volte, ovvero la fondatezza nel dire che il divieto di revoca del consenso informato nel caso della fecondazione assistita è un divieto incostituzionale ai sensi dell'art. 32 della nostra Costituzione”. In pratica, spiega Gallo, “non è possibile interrompere il trattamento dopo la fecondazione dell’ovocita. Si tratta dell’unico caso, in materia di trattamenti sanitari, in cui non esiste per il paziente la possibilità di revocare il consenso. Aspetto che è invece indispensabile per il percorso terapeutico del paziente”.

Per Gallo, inoltre, il giudice, esprimendosi sul divieto di utilizzo ai fini della ricerca degli embrioni sovrannumerari malati o abbandonati, “conferma il paradosso di questa assurda legge 40: in Italia è vietato estrarre linee cellulari embrionali ma si può fare ricerca con esse se importate dall'estero”.

Questi due aspetti della legge 40, ricorda peraltro Gallo, erano stati già oggetto dei  quesiti referendari del 2005. “Sarebbe stato opportuno e necessario non boicottare quel referendum, risparmiando a tante coppie inutili sofferenze e evitando di porre inutili e ideologici paletti alla libertà di ricerca scientifica nei nostri laboratori. Avrebbe significato garantire la salute ai cittadini del Paese”, commenta il segretario dell’associazione Coscioni.

“Quello che non fa il Parlamento, ovvero cancellare la legge 40, lo stanno facendo i tribunali”, dichiara ancora Gallo, secondo la quale “siamo ancora lontani dalla Francia il cui Senato  ha approvato, nella notte fra il 4 e il 5 dicembre, una proposta di legge che autorizza la ricerca sulle cellule staminali embrionali”.
 
 

12 dicembre 2012
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