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Obesità. Nisoli (Sio): “Bene spot Coca Cola in Usa. Si faccia anche in Italia”


Plauso de presidente della Società di Obesità alla decisione della multinazionale di mandare in onda, negli Usa, uno spot che mette in guardia sui rischi derivanti dai chili di troppo. Carruba (Univ. Milano): “L’industria può fare molto per essere parte della soluzione invece che parte del problema”.

18 GEN - “Anche in Italia, Coca Cola dovrebbe fare ciò che sta facendo negli Stati Uniti. Lo spot pubblicitario televisivo che si è cominciato a trasmettere questa settimana per promuovere lo stile di vita salutare e porre l’accento sui rischi che sovrappeso e obesità comportano per la salute è fatto molto bene ed è un ottimo esempio per tutti”. Così Enzo Nisoli, presidente della Sio-Società Italiana dell’Obesità, commenta l’iniziativa che la multinazionale delle bevande ha intrapreso oltreoceano.

“Si tratta di un passo avanti importante, da noi da tempo auspicato”, aggiunge Michele Carruba, Direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università degli studi di Milano. “Da un lato, c’è un’assunzione di responsabilità forte e significativa; dall’altro, rappresenta un cambiamento nel modo in cui l’industria si rivolge al consumatore, invitandolo esplicitamente a riflettere sulle calorie consumate attraverso cibi e bevande. E’ un esempio che proviene dagli Stati Uniti, perché lì il problema è maggiore rispetto al nostro Paese, ma anche da noi è sempre più urgente identificare modalità condivise per prevenire e affrontare il problema dell’obesità”.

Per Carrubba l’iniziativa “mette anche in luce quanto l’industria può fare concretamente per essere parte della soluzione invece che parte del problema: offrire prodotti in formati ridotti e a basso o nullo contenuto calorico che costituiscano un’alternativa alle bevande zuccherate tradizionali, fornire informazioni chiare e trasparenti sull’apporto energetico, impegnarsi attivamente nei confronti delle fasce più giovani della popolazione attraverso iniziative nelle scuole e l’incentivazione di stili di vita attivi”..

“Il nostro invito a comportamenti maggiormente responsabili come questo è naturalmente esteso a tutta l’industria alimentare e delle bevande – dice ancora Nisoli. Bisogna essere pienamente consapevoli della complessità di questo fenomeno, che va affrontato attraverso uno sforzo corale da parte di tutti gli attori in gioco: mondo scientifico, istituzioni, media, consumatori, industria. Ci auguriamo pertanto di vedere presto realizzati altri simili esempi virtuosi.”
 


 
 

18 gennaio 2013
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