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Lazio. Campus Bio-medico. Corso per educare le famiglie all’assistenza dei cronici


I cronici sono sempre più assistiti dalle famiglie che però spesso sono impreparate ad affrontare problemi sanitari e psicologici e rivolgersi al professionista privato costa. Per questo il Campus Bio-Medico di Roma ha avviato una serie di incontri per fornire le principali competenze assistenziali ai congiunti.

24 GEN - Sette incontri per fornire ai partecipanti, familiari e volontari di associazioni territoriali di assistenza, le principali competenze di educazione sanitaria, alimentare e assistenziale. Tra i temi: riorganizzazione della vita di nuclei familiari fragili, conoscenza e utilizzo dei servizi socio-sanitari sul territorio e supporto psicologico in caso di malattie croniche. Questo il senso dell’iniziativa avviata lo scorso 10 gennaio dal Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma.
 
L’assistenza domiciliare è inadeguata alla domanda, le rette delle strutture pubbliche e private che assistono anziani e malati cronici lievitano e le famiglie riscoprono l’importanza di saper ‘fare da sé’ per assistere i propri cari. Una recente indagine di Cittadinanzattiva lo conferma: in più della metà dei casi (il 56%) i sempre più numerosi malati cronici vengono assistiti dalle famiglie. Che, però, spesso sono impreparate ad affrontare problemi non solo sanitari, ma anche sociali e psicologici. E allora ci si rivolge alla badante o al professionista privato a domicilio. Con un esborso medio annuo intorno agli 8.500 euro a famiglia. Costi spesso insostenibili in tempo di crisi.
 
Per questo, il Campus Bio-Medico di Roma ha avviato una piccola rivoluzione: far sentire le famiglie meno sole e fornire loro strumenti e competenze in grado di metterle nelle condizioni di prendersi cura al meglio dei propri cari. È, infatti, l’obiettivo al quale punta il ‘Corso di formazione per caregivers familiari’, partito il 10 gennaio e che all’80% si rivolge proprio alle famiglie dei pazienti, ma è aperto anche alle associazioni territoriali che si occupano di assistenza.
 
Come si prevengono le piaghe da decubito? Quali sono i segnali clinici che indicano che un paziente affetto da enfisema è in una situazione d'emergenza? Quali le peculiarità del metabolismo di un diabetico? E le modalità di corretta somministrazione dei diversi tipi di farmaci per un cardiopatico? Sono solo alcuni degli interrogativi di chi s’imbatte per la prima volta nelle conseguenze della malattia cronico-degenerativa di un familiare e a cui il Corso, totalmente gratuito, mira a dare risposta.
 
Il programma prevede sette incontri presso il Policlinico Universitario (via Alvaro del Portillo, 200), tenuti da docenti esperti con lezioni frontali e partecipate, incentrate su tecniche di role-playing ed esercitazioni pratiche. Tra gli argomenti al centro dei moduli, anche il ruolo di supporto alle attività quotidiane, alle relazioni familiari, extra-familiari e territoriali del malato, la gestione delle situazioni di stress dei congiunti, gli aspetti legati alla sicurezza del paziente e quelli di primo soccorso o urgenza.  
Il Corso, alla seconda edizione, è parte del progetto che ha visto la creazione, all'interno del Policlinico Universitario, nel febbraio 2009, del Centro d'Ascolto 'VoiNoi'. Il servizio, svolto da un team di psicologhe, volontari, infermiere e sociologi esperti in counseling, offre per sei giorni a settimana sostegno socio-psicologico a famiglie con congiunti affetti da malattie cronico-degenerative in condizioni di fragilità.
 
“Attraverso questa iniziativa – spiega Daniela Tartaglini, Direttore Servizi Infermieristici del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e Responsabile scientifico del Corso – vorremmo dare gratuitamente ai cittadini di Roma e dell'hinterland capitolino gli strumenti e le competenze fondamentali per superare l'impatto negativo e potenzialmente devastante che una famiglia deve affrontare di fronte a un caro con una patologia cronica. In questi casi, infatti, è importante che chi deve prendere su di sé la maggior parte delle responsabilità di gestione della terapia e della vita del paziente, magari non più autosufficiente, possa avere le idee chiare su che cosa fare, come, quando e perché. Un compito che può influire in modo significativo anche sulla tenuta psico-emotiva degli altri membri della famiglia. Quello del Campus Bio-Medico, perciò, vuol essere un contributo concreto all'umanizzazione dell'assistenza ospedaliera, un mettere al centro la persona e i suoi familiari, educandoli al 'self care' e facendo rete con i servizi socio-assistenziali del territorio”. 
 
In Italia sono 25 milioni (il 45,6% della popolazione con più di 6 anni d'età) le persone affette da almeno una malattia cronica (fonte: Rapporto ISTAT 2010 sulle malattie croniche in Italia). Tra esse, 7,6 milioni hanno una patologia grave: diabete, infarto, angina pectoris o altre malattie del cuore, ictus, emorragia cerebrale, bronchite cronica, enfisema, cirrosi epatica, tumori, Parkinson, Alzheimer. 
 
A queste vanno aggiunte i circa 2 milioni 600 mila persone che vivono in condizione di disabilità (il 4,8% della popolazione). Una percentuale che raggiunge il 44,5% tra gli ultraottantenni. Il quadro della situazione è aggravato da endemiche difficoltà d'accesso ai servizi domiciliari per quasi l’80% delle famiglie con persone disabili. Una carenza assistenziale non colmata neppure dai servizi domiciliari a pagamento, che restano un miraggio per più del 70% delle famiglie italiane.
 
A questo, poi, vanno sommati i dati secondo cui il 31,9% delle persone disabili in Italia sono sole e per cui il 46,8% delle famiglie in cui tutti i componenti sono disabili si dicono bisognose di assistenza sanitaria a domicilio. 
A fronte di questo quadro, l’assistenza territoriale è ancora insufficiente. Solo il 4,1% degli anziani ha la possibilità di accedere all’ADI, l’Assistenza Domiciliare Integrata, che resta sconosciuta in molte regioni, soprattutto al sud. Le liste d’attesa per accedere alle RSA, le Residenze Socio-Assistenziali pubbliche, toccano ormai i 180 giorni, con rette lievitate a circa 1.400 euro mensili nel pubblico e all’incirca doppie nel privato. Una situazione che, visti i recenti tagli alla sanità, non sembra destinata a migliorare nel breve termine.
Anche per questo, formare le famiglie a ‘fare da sé’, ma a fare anche bene, può essere un’arma vincente.

24 gennaio 2013
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