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Cagliari: ginecologi condannati per lite. Il caso risale al 2004


Un mese di reclusione, pena sospesa, per due ginecologi della clinica privata “Sant'Anna” di Cagliari accusati di aver mal gestito e ritardato, nel maggio 2004, la nascita di un bambino, causandone la paralisi cerebrale. Secondo quanto riportato dai testimoni, in sala parto ci sarebbe stato un alterco tra il ginecologo di guardia e il ginecologo che assisteva privatamente la donna sull'opportunità di praticare il parto naturale o il cesareo.

23 SET - Il giudice monocratico di Cagliari, Giovanni Massidda, ha condannato a un mese di reclusione (pena sospesa) due ginecologi che nel maggio 2004 avevano provocato, in fase di parto, la paralisi celebrale a un neonato. Secondo il giudice, infatti, i due ginecologi (uno di turno all’ospedale, l’altro medico privato della donna) sono colpevoli di aver aspettato troppo tempo a far partorire la donna e che a questo ritardo siano attribuibili i danni arrecati al neonato.

Tre, per la precisione, i medici imputati: i ginecologi Salvatore Manca e Gabriele Melis, condannati, mentre per l’altro medico di guardia, Francesca Campus, è stata decisa l’assoluzione con formula piena. La pena chiesta dall’accusa per i due ginecologi era di 6 mesi.
Il giudice ha riconosciuto alla famiglia del bambino, costituita parte civile, una provvisionale di 60 mila euro.
Secondo le informazioni raccolte nel corso del processo, il travaglio della donna stava procedendo con difficoltà. “Ricordo che ad assistere la partoriente eravamo io e il dottor Melis - ha raccontato l’ostetrica presente quel giorno in sala -, secondo noi la fase del travaglio stava durando troppo così decidemmo di accelerarla”. Nonostante questo, alle 20,30 fu staccato il tracciato, dal quale secondo i periti del pm già si poteva dedurre una sofferenza fetale, e il battito del bimbo non venne più monitorato con costanza.

Quando questo avvenne, la dottoressa Campus, presente alla prima fase del travaglio, aveva già finito il turno di guardia e lasciato la clinica. Arrivava in quel momento, però, Salvatore Manca, che assisteva privatamente la donna. Secondo quanto raccontato dall’ostetrica, Manca “entrò e subito iniziò a rimproverarci, dicendo di lasciarla stare, che eravamo stati precipitosi, di non starle addosso, non voleva facessimo niente per velocizzare l'espulsione. A quel punto io ho fatto un passo indietro e il dottor Melis pure, mentre il dottor Manca assunse la direzione del parto”. Poco dopo però la situazione precipitò: il bimbo non nasceva e il tracciato, sino a quel momento regolare, iniziò a segnalare anomalie nel battito cardiaco. Il danno ormai era stato fatto.
 

23 settembre 2010
© Riproduzione riservata

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