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La legge sul dolore funziona. Ministero contesta inchiesta del Sole 24 ore


Non è vero che dopo la legge non sia cambiato nulla, come riferiva ieri il quotidiano economico: il processo è avviato e, anche se lentamente la macchina si è messa in moto. Lo ha ribadito con decisione Guido Fanelli (nella foto) presidente della "Commissione del ministero della Salute sulla terapia del dolore", nel corso di un convegno tenutosi oggi a Roma e dedicato allo “stato dell’arte” delle nuove norme.

05 OTT - Un “flop”? Una legge che “non decolla”? Nient’affatto. Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore, ha difeso con una secca smentita, il successo della legge 38/2010, messo invece in discussione dall'indagine realizzata da Il Sole 24 Ore insieme a  Mundipharma e Fadoi secondo la quale si registra un sostanziale fallimento della legge, sia sul piano delle prescrizioni di farmaci oppioidi, sia su quello del monitoraggio ospedaliero del dolore, rimasto, secondo il quotidiano economico, “al palo”, cioè senza quell’incremento decisivo che ci si sarebbe dovuti attendere da una puntuale applicazione della legge.
La replica di Fanelli è avvenuta nel corso dell’incontro tenutosi oggi a Roma, al Senato, promosso dall’Associazione parlamentare per il diritto alla prevenzione e da Change Pain, campagna promossa dalla Grunenthal e supportata da Efic-Europe Against Pain. Secondo quello che è stato definito “il padre della legge sul dolore”, l’incremento delle prescrizioni di farmaci oppioidi è ben più alto di quanto riferito dalla stampa: “comparando i dati del trimestre luglio settembre 2009 allo stesso periodo del 2010, cioè l’ultimo trimestre seguente all’approvazione della legge” ha affermato Fanelli “l’aumento delle prescrizioni di oppioidi è stato del 14% – contro l’8% dello studio del Sole 24 Ore – con alcune punte di eccellenza in determinate Regioni: in Emilia Romagna, ad esempio, l’aumento è stato del 114%. E questi sono dati ufficiali, del ministero della Salute”.
Ma non basta: Fanelli infatti, ha contestato i presunti ritardi nell’applicazione della legge 38/2010: “La Commissione” ha aggiunto “sta controllando con attenzione il processo di sviluppo delle reti, così come l’andamento delle prestazioni e l’informazione al pubblico e agli operatori sanitari, medici, innanzitutto. Nella sua riunione del 24 giugno scorso, abbiamo già approvato le linee guida per la prescrizione. Il nostro documento ha avuto l’avallo del Consiglio sanitario nazionale il mese successivo e al momento attende il via libera dal ministero dell’Economia che dovrebbe giungere entro questo mese”. Fanelli ha poi sottolineato come l’intero meccanismo destinato a diffondere in Italia un sistema di controllo e terapia del dolore omogeneo, sia in pieno funzionamento. “Il ministero è al lavoro con la Conferenza Stato regioni per l’individuazione delle figure professionali che saranno chiamate a dare concerta attuazione alle norme. La distribuzione omogenea dei fondi è già stata definita e sono in via di definizione le modalità di verifica della distribuzione stessa. Tre gruppi di lavoro – Cure palliative, Pediatria e terapia del dolore – sono all’opera per definire i requisiti minimi e le modalità di accreditamento di strutture e operatori. Per quanto riguarda la formazione degli operatori medici è stato costituito un tavolo tecnico tra il ministero dell’Università e quello della Salute e, infine, non abbiamo dimenticato il settore – peraltro importantissimo – del volontariato: proprio oggi la Commissione ministeriale è in procinto di licenziare un documento per la definizione dei percorsi formativi del volontariato”. Insomma un impegno né facile, né leggero. E che ha necessità forse di tempi più lunghi rispetto a quelli previsti dalla legge. Ma che comunque procede. Anche lottando contro un clima “culturale” non favorevole. Lo ha ancora ribadito Fanelli presentando i risultati di alcuni studi sull’appropriatezza prescrittiva, relativi al calo del consumo del nimesulide dopo il suo assoggettamento a prescrizione medica: in quel caso, ha ricordato Fanelli, il mercato della molecola è rimasto sostanzialmente stabile ma si è avuto invece un incremento del consumo dei Fans, che ha portato con sé un 30% in più di complicanze gastriche e un aumento di spesa per gli “antiulcera”.
Il sostegno politico alla legge e alla sua attuazione non è certo mancato: nel corso dell’incontro romano lo hanno dato – incondizionatamente – Antonio Tomassini, presidente della XII Commissione di Palazzo Madama e il suo collega dell’altro ramo del Parlamento, Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione Affari sociali di Montecitorio. Con loro anche la senatrice PD Emanuela Baio che ha, dal canto suo, sottolineato l’importanza del voto unanime che ha condotto all’approvazione di “una legge buona”. Che ha però necessità di tempo “per invertire la tendenza” e colmare il gap che ancora divide l’Italia dall’Europa: lo ha ricordato Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale, che si è impegnato a nome di tutti i medici di famiglia italiani, a far si che la legge funzioni.
 

05 ottobre 2010
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