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Nessuna preoccupazione: il sistema sanitario italiano è sicuro


Il ministro Fazio risponde alle inchieste di la Repubblica e Panorama che questa mattina denunciavano una sanità in preda a errori, contenziosi medico-legali. E infezioni.

08 OTT - “I dati dimostrano che non c’è alcun motivo di preoccupazione”. Questo l’unico commento di Ferruccio Fazio alle due inchieste di Repubblica e Panorama pubblicate oggi. Per il resto, il ministro fa parlare i numeri. 
L’evento nascita in Italia è tra i più sicuri al mondo. “I dati sulla mortalità infantile dimostrano un trend in continuo miglioramento a livello nazionale”, spiega il comunicato che ha diffuso stamattina il ministero. “Si è scesi infatti da un valore di 4,9 decessi per 1.000 nati vivi nel 2001 a 4,1 nel 2006 per i maschi e da 4,2 a 3,2 decessi per 1.000 nati vivi, per le femmine, rispettivamente dal 2001 al 2006. […] Analoga situazione si rileva per la mortalità neonatale che è pari al 2,35‰”.
La nota non nasconde differenze tra le regioni del Nord-Centro e quelle del Sud del Paese negli esiti relativi alla salute del neonato. Così come nei tassi di parti cesareo, indicatore su cui però è forse possibile leggere un cambio di tendenza negli ultimi anni: nel 2008 è al 38.3% ma scende al 29 se si considerano soltanto le donne senza pregresso taglio cesaro. 
Quanto alla sicurezza dell’evento nascita tra il “settembre 2005 ed agosto 2010, sono stati segnalati 40 casi di eventi sentinella relativi a mortalità neonatale e 21 eventi sentinella relativi alla morte materna al parto, a fronte di circa 2 milioni e 800.000 parti nello stesso periodo di tempo”, precisa il comunicato. Anche la situazione in corsia secondo il ministero non è per nulla preoccupante, tenendo però presente che “anche nel migliore dei sistemi, con medici e personale competenti, possa comunque verificarsi un errore”.
Gli eventi sentinella segnalati tra il 2005 e il 2010 in ambito chirurgico sono stati 119 a fronte di oltre 23 milioni di prestazioni erogate. 
Anche in ambito trasfusionale, secondo il ministero, le cifre non sono tali da destare preoccupazione: nell’ultimo quinquennio, 36 casi di reazione conseguenti ad incompatibilità AB0 a fronte di 11 milioni e mezzo di prestazioni. 
Sicuro anche il sistema di emergenza con 14 eventi sentinella riportati al sistema di monitoraggio relativi a problemi di trasporto e di triage in Pronto Soccorso. Nel periodo considerato sono stati 20 milioni gli interventi del 118 e 150 milioni di cittadini hanno avuto accesso in Pronto soccorso.
Questi i numeri. Ma cosa denunciavano stamattina le due testate?

la Repubblica: ospedali a rischio infezioni
Con un “viaggio nelle strutture sanitarie italiane” (“Sporcizia e batteri killer l'ospedale è diventato un pericolo”), il quotidiano diretto da Ezio Mauro rendeva conto di un fenomeno allarmante e che non riguarda soltanto l’Italia, ma che in Italia raggiungerebbe proporzioni preoccupanti: le infezioni ospedaliere. “Su 9 milioni e mezzo di ricoverati all'anno negli ospedali pubblici e nelle cliniche private della Penisola, ben 700 mila si infettano proprio durante la permanenza nella struttura sanitaria”, segnalava l’inchiesta. E, citando dati “dell'Associazione italiana dei microbiologi, l'Amcli” rivelava che “le vittime di un'infezione ospedaliera in Italia ogni anno circa 15 mila: malati uccisi dai cosiddetti "microbi nosocomiali". 
Numeri che non sono affatto fisiologici, anzi. “Le infezioni colpiscono tutti gli ospedali senza risparmiare neppure i punti di eccellenza con una media nazionale dell'8,7 per cento (contro 7,7 della media europea), e oscillazioni che variano dal 5% al Nord al 17% al Sud”, si legge. 
E che, visti con le lenti dell’economia sanitaria, si traducono in “3 milioni e 730 mila giorni di degenza aggiuntivi all'anno con un conseguente costo addizionale di circa 1.865 milioni di euro”.

Panorama: quanti errori in corsia!
Un nugolo di storie di ordinari errori medici o di malasanità quelle che racconta Panorama. Verificatesi in un arco di tempo che dal 1985 arriva ai giorni nostri, vanno dall’infezione da Hiv a seguito di una trasfusione alla blefaroplastica andata male e che ha reso cieca la paziente, dalla superficialità in sala parto che ha reso tetraplegico il neonato al recentissimo caso della studentessa pugliese morta di setticemia dopo un banale intervento chirurgico. 
Un pretesto, le storie, per raccontare una sanità stretta tra errori medici, contenziosi medico-legali e costi crescenti. 

am

08 ottobre 2010
© Riproduzione riservata

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