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Giornata internazionale contro il consumo e il traffico di droga: "La repressione non basta" 


L'iniziativa, giunta alla ventiseiesima edizione e promossa dall'Unodc, viene celebrata all'insegna di un cambio di rotta: non è più sufficiente soltanto la repressione, ma servono interventi sanitari organici. Sono circa 200 milioni nel mondo le persone che assumo droghe almeno una volta l'anno.

26 GIU - Coinvolgere tutti gli Stati membri per costruire una comunità internazionale libera dalle sostanze stupefacenti. E cambiare rotta, passando da un approccio repressivo a uno di tipo sanitario.  E’ con questo spirito che si celebra oggi la ventiseiesima Giornata internazionale contro il consumo illecito e il traffico di droga.

L’ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) sceglie ogni anno i temi della Giornata e promuove campagne di sensibilizzazione sul problema mondiale della droga. La campagna si concentra soprattutto su anfetamine, cocaina, cannabis, allucinogeni, oppiacei e sedativi ipnotici.

Circa 200 milioni di persone nel mondo assumono droghe almeno una volta all’anno. Di questi, 25 milioni sono considerati tossicodipendenti e ogni anno 200.000 persone muoiono per cause correlate all’uso droga.

L’Unodc si rivolge soprattutto ai giovani che spesso ricercano gli “effetti da sballo” delle droghe, senza essere consapevoli dei molti “effetti collaterali” derivanti. La campagna internazionale vuole offrire loro strumenti adeguati per informarsi sui rischi per la salute associati al consumo di droghe.

L’appuntamento di oggi arriva proprio in seguito alle recenti dichiarazioni della Commissione globale per le politiche sulla droga: “Cinquant’anni di guerra alla droga hanno fallito e all’Onu non resta che prenderne atto. Dicendo basta alla criminalizzazione e trattando l’emergenza mondiale per quello che è: una questione sanitaria“, ha detto l’ex presidente delle Nazioni Unite Kofi Annan.

La sfida consiste quindi nel modificare progressivamente l’approccio: non più repressivo, ma sanitario. A dimostrarlo casi come quello del Portogallo, dei Paesi Bassi, e di una provincia australiana dove, combinando trattamenti medici e politiche di liberalizzazione e controllo, si è riusciti ad abbassare di molto i consumi di sostanze stupefacenti. L’Olanda per esempio, grazie a politiche sanitarie mirate, ha il più basso consumo di eroina nell’Europa dei quindici; dai 30.000 consumatori del 2001 si è scesi ai 18.000 del 2008.
 

26 giugno 2013
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