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Obamacare. Slitta di un anno l’obbligo di copertura assicurativa per le aziende


Uno dei punti più controversi della riforma Obama: l'employer mandate, l’obbligo per le aziende con almeno 50 dipendenti di fornire ai lavoratori un’assicurazione sanitaria, è stato rinviato al 2015. Resta l’obbligo per tutti, tranne gli esentati, di stipulare un'assicurazione sanitaria entro il primo gennaio 2014.

05 LUG - Secondo quanto riferisce il Washington Post uno dei punti dell'Affordable Care Act - la riforma sanitaria dell’amministrazione Obama – per il momento è stato rinviato di un anno. Scatterà infatti, dal primo gennaio 2015 l'employer mandate, ovvero l'obbligo per i datori di lavoro con almeno 50 dipendenti a tempo pieno di fornire ai lavoratori un'assicurazione sanitaria di qualità e a prezzi abbordabili (l'impiegato partecipa al pagamento della copertura assicurativa); in caso contrario, prevista una pena pecuniaria di 2.000 dollari per ogni lavoratore (solo dal trentunesimo in poi).
 
Resta invece fissato al primo gennaio 2014 l’applicazione dell’individual mandate, che obbliga tutti gli individui, tranne coloro che ne sono esentati per motivi economici o religiosi, a stipulare un'assicurazione sanitaria attraverso gli Health Insurance Exchanges – mercati organizzati a livello statale - che permetteranno alle persone di scegliere tra diverse polizze, in modo da stimolare la concorrenza e l’efficienza del mercato.
 
Il rinvio, secondo alcuni, è stato deciso per motivi politici: le elezioni di medio termine del 2014. Segnale questo che i repubblicani leggono come debolezza della riforma. Per i repubblicani la scelta della Casa Bianca è il chiaro segnale che la legge “non può funzionare”. E i rappresentanti del Grand Old Party non hanno mai smesso di sostenere le ragioni delle piccole aziende che avevano manifestato le proprie perplessità sui nuovi obblighi, tanto che il timore che si era diffuso è che potessero licenziare alcuni dipendenti per averne meno di cinquanta e non dover rispettare le nuove norme.
 
Ma la Casa Bianca ovviamente respinge i sospetti sulla debolezza della riforma e propria, come partito. Spiega la decisione del rinvio come dettata dal “buon senso” per ridurre “l'impatto finanziario sui piccoli imprenditori”. 

05 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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