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La cooperazione medica a Congresso a Fiuggi


Si è aperto ieri il 5° incontro nazionale delle cooperative mediche di medicina generale, organizzato da Ancom e Federsanità Anci. Milillo (Fimmg) annuncia di avere una proposta per rafforzare la medicina sul territorio, ma per ora è un “brevetto segreto”.

22 OTT - La platea di Fiuggi segue un dibattito serrato, attraversato da un piccolo brivido. Giacomo Milillo, dopo aver ribadito la necessità di superare una visione del medico di famiglia “solista” a favore di una logica di aggregazione tra professionisti, annuncia di avere una proposta innovativa per rafforzare, anche in questa congiuntura così difficile, la medicina del territorio. Ma, per ora, non aggiunge nulla di più e si trincera dietro a una formula: “brevetto segreto”.

L’incontro di Fiuggi è ormai un appuntamento fisso per le cooperative mediche che, superata una prima fase di frammentazione, sono ora riunite in Ancom (Associazione nazionale delle Cooperative Mediche). Ad affiancarle c’è Federsanità Anci che ha da tempo intuito le potenzialità che può offrire l’associazionismo in medicina generale. Il convegno vede anche la collaborazione di Fimmg (Federazione italiana Medici di Medicina Generale) Legacoop e Ancot (Associazione nazionale Comuni termali) e ha ricevuto quest’anno l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
“Quello che il mondo della cooperazione medica chiede – spiega Crescenzo Simone, presidente Ancom – è la valorizzazione di tutte quelle esperienze, che, avviate ormai da diversi anni in varie regioni d’Italia, hanno dato vita a veri e propri modelli di presidi sanitari organizzati e specializzati, capaci ormai di prendersi in carico la gestione della salute nel territorio”.
Secondo la normativa attuale le cooperative tra medici di MG non possono erogare servizi, che restano di competenza e responsabilità del singolo professionista in rapporto fiduciario con il singolo assistito, ma possono però acquisire i “fattori di produzione” necessari all’attività medica, a cominciare da locali e personale di studio. In questo ambito, sottolinea Simone, “i modelli di cooperazione presenti sul territorio nazionale realizzati dai medici di medicina generale possono dare, se inseriti in un piano organico e funzionale, un contributo importante al controllo dei livelli di spesa e alla riduzione dell’inappropriatezza, per favorire la continuità assistenziale, soprattutto nei confronti delle patologie cronico-degenerative a forte incidenza economica, sociale e umana”.
“Da anni – aggiunge Angelo Lino Del Favero, presidente di Federsanità Anci - il presidio sanitario territoriale di frontiera è rappresentato dai Medici di Medicina Generale. Le cooperative mediche rappresentano una tipologia organizzativa che si è integrata nelle reti delle Aziende Sanitarie Locali, interessate da complessità gestionali ed organizzative sempre più estese e la loro esperienza, nello scenario futuro della sanità italiana, può svolgere la funzione di aiutare il processo di deospedalizzazione, di ridurre i costi del management sanitario, di fungere da presìdi sentinella per il monitoraggio delle patologie più drammatiche e/o più diffuse”.

Una testimonianza del valore innovativo delle cooperative mediche è contenuta nel volume, presentato al Convegno,  “Oltre le Convenzioni, che riassume l’esperienza del Sannio Campano, uno dei territori dove maggiormente si è sviluppata questa formula.

Moltissimi i partecipanti agli incontri che animano le quattro giornate del Convegno di Fiuggi, che proseguirà fino al 24 ottobre.

22 ottobre 2010
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