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Lombardia. La denuncia del Pd: "In 1 ospedale su 6 impossibili interruzioni gravidanza"


E' il dato presentato dal vicepresidente del consiglio regionale, Valmaggi, sulla base dei riscontri ricevuti dalle direzioni sanitarie. "In 11 strutture su 63 i medici obiettori sono 63%. Occorrono bandi per assegnare ore di attività dedicata a interruzioni". Mantovani: "Diritto mai negato ad alcuna donna".

04 SET - In un ospedale della Lombardia su sei non ci sono medici disposti a effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza, in quanto tutti obiettori. Nel complesso risultano obiettori due ginecologi lombardi su tre, il 50% degli anestesisti e il 40% di infermieri e ostetriche. Sono i dati presentati da Sara Valmaggi (Pd), vicepresidente del Consiglio regionale, sulla base dei riscontri ottenuti dalle direzioni sanitarie degli ospedali. Le cifre snocciolate dal Pd evidenziano che in 11 strutture su 63 la presenza di obiettori di coscienza raggiunge il 100%, in altre 12 la percentuale di ginecologi obiettori oscilla tra l'80 e il 90% e solo in 6 ospedali il dato scende sotto quota 45.

“Ogni anno in Lombardia si spendono più di 300 mila euro per chiamare medici contrattisti che pratichino le interruzioni di gravidanza – attacca Valmaggi - Chiediamo che si mettano in atto alcune modifiche organizzative per garantire una compiuta applicazione della legge, il diritto alla libera scelta delle donne e per assicurare una più equa distribuzione delle mansioni tra medici”. Valmaggi propone quindi di “creare bandi su progetto per l'assegnazione di ore di attività medica finalizzata alle interruzioni volontarie di gravidanza e prevedere forme di mobilità del personale per riequilibrare nelle diverse strutture il numero di obiettori e non”.

Immediata la replica dell’assessore regionale alla Sanità, Mario Mantovani. “La premessa è che bisogna tenere insieme la necessità di garantire un diritto con gli strumenti che sono a disposizione. In ogni caso, non ci risulta che a oggi in Lombardia il diritto all'interruzione di gravidanza sia mai stato negato a una sola donna. Dove ci sono degli ospedali con alte percentuali di obiezione il servizio viene coperto inviando ginecologi da altre strutture”. E riguardo la proposta avanzata da Valmaggi, l’assessore manifesta netta contrarietà, in quanto ritiene che “«creerebbe una discriminazione, sul piano del rispetto per i diritti del lavoro. Mi stupisce che sia proprio la sinistra ad avanzare questo genere di proposte”.
 

04 settembre 2013
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