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Diabete. Medici e pazienti chiedono incontro a Lorenzin e Coletto: “No al depotenziamento dei servizi”


Prima il Veneto e adesso le Marche. Le associazioni scientifiche e dei malati sono preoccupate. “Nessuno nega la necessità di riordinare e ottimizzare le risorse. Ma i cittadini diabetici hanno il diritto/dovere di chiedere allo Stato su quale linea del Piave si arresterà la Caporetto del Ssn”.

04 SET - Un incontro urgente con il Ministro Beatrice Lorenzin, e con l’Assessore Luca Coletto, Coordinatore della Commissione Salute in Conferenza delle Regioni, è stato richiesto da FAND-Associazione Italiana Diabetici, in collaborazione con Diabete Italia, l’organizzazione che raggruppa le società scientifiche diabetologiche e della medicina generale, le associazioni di volontariato e degli operatori sanitari in diabetologia, a seguito dell’ennesima ipotesi prospettata da una Regione di depotenziare la rete dei Centri diabete.
 
Dopo la delibera di Giunta della Regione Veneto del 18 giugno scorso, che propone un taglio netto a strutture diabetologiche venete esistenti da moltissimi anni, ed esclude  la diabetologia  dalle “Schede di dotazione ospedaliera” regionali,  è la volta della Regione Marche.
Con la bozza  di riordino del sistema delle reti cliniche trasmessa dalla Giunta regionale marchigiana alla Commissione sanità si prevede, infatti, anche un ridimensionamento della rete diabetologica regionale.
Ciò, “in netta controtendenza e contrasto con la lungimirante Legge regionale 23 febbraio 2009 n. 1, che per prima in Italia ha provveduto a realizzare un sistema integrato di prevenzione e cura della patologia diabetica e delle sue complicanze, volto ad assicurare agli utenti l’erogazione di prestazioni uniformi, appropriate e qualificate, nel rispetto dei principi previsti dalla legislazione statale e garantendo, in particolare, la gestione integrata del paziente diabetico”, come hanno già denunciato le associazioni locali delle persone con diabete in un comunicato a firma del Coordinatore regionale FAND Emilio Benini,  supportato dai Consiglieri nazionali Carlo Bonvini e Giuseppe Ferrandes.
 
“Il diabete colpisce oggi oltre 3 milioni di persone in Italia, e la malattia è sempre più diffusa. Coinvolge oggi il 5,5% della popolazione; era ‘solo’ il 3,4% nel 1993, con una crescita, ad oggi inarrestabile, del 60% in 20 anni”, ricorda Egidio Archero, Presidente FAND e Vicepresidente Diabete Italia.
“Il diabete costa ogni anno oltre 10 miliardi di euro al sistema sanitario e più di metà della spesa è legata a ricoveri ospedalieri per cattivo controllo della malattia - prosegue. Sono così sicuri i nostri amministratori che tagliando le cure e peggiorando lo stato di una rete di centri diabetologici riconosciuta come uno dei fiori all’occhiello della nostra sanità si otterrà un vero risparmio, come sembrerebbe nelle loro intenzioni?” si chiede retoricamente Archero.
 
"Il caso Marche è paradigmatico. Da anni la regione presenta un tasso di ospedalizzazione per diabete scompensato e per complicanze legate al diabete inferiore rispetto alla media nazionale; anche il consumo di farmaci antidiabetici a livello territoriale è stabilmente al di sotto del dato nazionale. In questo scenario di buona sanità si decide di smantellare la rete diabetologica. Decisione indolore per amministrativi e politici che saranno in tutt'altre faccende affaccendati quando quei dati, fra qualche anno, peggioreranno, ma che le persone con diabete cominceranno a scontare nel loro quotidiano immediatamente", denuncia Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia.
 
“Nessuno nega la necessità di riordinare e ottimizzare le risorse. Cionondimeno i cittadini diabetici hanno il diritto/dovere di chiedere allo Stato su quale linea del Piave si arresterà la Caporetto del SSN. Pare curioso, per usare un eufemismo, che nell’anno in cui il nostro Paese si dota di un Piano nazionale per la malattia diabetica, volto a contrastare quella che, a detta di tutti, politici, medici, amministratori, pare essere una delle più importanti sfide per la sanità del futuro, le prime azioni intraprese siano quelle di smantellare i presidi alla base di quest’azione di contrasto”, conclude amaramente Caputo.

04 settembre 2013
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