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Bimba morta a Tor Vergata. Vergallo (Aaroi Emac): “No a processo sui media”


Il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, commentando quanto accaduto nei giorni scorsi nel policlinico romano, ha stigmatizzato il “linciaggio mediatico in atto” nei confronti dell’anestesista sospeso dal servizio. “Stop alle aggressioni, in attesa che l’inchiesta venga conclusa”.

17 SET - "Non credo di dover entrare nel merito dei fatti relativi ad una vicenda tristissima, per la quale si dovrà fare chiarezza nelle sedi opportune e non certo attraverso i media, né è mia intenzione dare giudizi a difesa o contro l’operato dei colleghi coinvolti. È però inevitabile, di fronte a quanto si sta sviluppando come un vero e proprio linciaggio mediatico nei confronti dell’anestesista rianimatore coinvolto, a quanto apprendo già sospeso dal servizio, come qualcuno si è premurato a precisare in un non dichiarato ma palese intento di soddisfare la sete di giustizialismo, una presa di posizione chiara ed inequivocabile". Così il presidente dell'Associazione degli anestesisti e rianimatori ospedalieri ha commentato quanto accaduto dopo la vicenda che ha visto una bimba di due anni perdere la vita per un "evento avverso".

"Come tale è da intendersi la richiesta, rivolta a tutti coloro che di tale linciaggio si stanno rendendo partecipi, di smettere immediatamente le loro aggressioni, in attesa che l’inchiesta venga conclusa, per evitare la diffusione di un malanimo giustizialista proteso a criminalizzare i medici e a dare della sanità un’immagine completamente errata - ha proseguito Vergallo - L’informazione e tutto il lavoro svolto dai media sono elementi fondanti della nostra civiltà e della nostra democrazia, e sono preziosi per tutti, ma deve essere chiaro che se e allorquando diventano giudizi di colpevolezza, prima ancora che eventuali responsabilità siano state accertate dalla magistratura, ci feriscono irresponsabilmente, e soprattutto non ci consentono di lavorare con la dovuta serenità, generando un malanimo sempre più incontrollabile contro i medici di una Sanità accusata di essere una malasanità spesso a sproposito, come poi viene in molti casi accertato dalla Magistratura".
 
"Nel momento in cui veniamo a conoscenza di tragedie come quella del Policlinico di Tor Vergata siamo tutti coinvolti, come medici e come cittadini, perché ogni giorno siamo in prima linea per salvare vite umane e non certo per uccidere, e perché il dolore dei nostri pazienti e delle loro famiglie è anche il nostro, ma proprio per questi motivi non accettiamo che alcuno sia messo alla gogna prima ancora che la giustizia abbia fatto il suo corso", ha concluso il presidente Aaroi-Emac. 

17 settembre 2013
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