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Ue. Oggi la giornata del "112". Il numero unico di soccorso europeo. Ma lo conosce solo la metà dei cittadini


Nonostante anni di sforzi, il tasso di informazione si è stabilizzato intorno al 50%, compresi i viaggiatori regolari. Oggi al voto in Commissione nuove regole che imporrano a tutti i nuovi veicoli venduti all'interno dell'Ue a partire dal 2015 un servizio d'emergenza che in caso di incidenti gravi inoltrerà automaticamente una chiamata (eCall) ai servizi di soccorso.

11 FEB - Oggi si festeggia la Giornata europea del numero unico 112, l’intento è quello di attirare l'attenzione dei cittadini sulla sicurezza in Europa. I viaggiatori europei, infatti, sembrano essere a rischio durante i loro spostamenti: solo la metà di loro è consapevole di poter chiamare il 112 in tutti i paesi dell'UE in caso di emergenza. Componendo il numero da cellulare o telefono fisso è possibile, in qualunque Paese europeo, mettersi in contatto con i servizi di emergenza (polizia locale, antincendio ,servizio medico ) in una varietà di lingue. Il servizio è disponibile ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette.
 
La maggior parte degli europei, però, sembra essere ancora titubante circa il numero da chiamare in un paese straniero in caso di necessità. Secondo un sondaggio dell'Eurobarometro condotto a fine gennaio 2014, il 49% degli europei non sa che è possibile chiamare il 112 per accedere ai servizi di emergenza. Nonostante anni di sforzi, il tasso di informazione si è stabilizzato intorno al 50 %, compresi i viaggiatori regolari.
I cittadini più a rischio sono quelli greci (solo il 10 % conosce il 112) e britannici (18 % ). Tra i più informati, invece, gli abitanti di Lussemburgo (80 % ), Romania ( 71 % ) , Polonia e Bulgaria (70%).
E in Italia? Da noi l'unificazione dei numeri di pronto intervento è ancora lontana. A poco sono servite le sperimentazioni del numero unico fatte a Salerno e a Varese. Oggi solo la regione Lombardia sta cercando di adeguarsi. Nel resto del Paese al 112 rispondono i carabinieri, che alla fine si sono fatti carico anche del numero unico europeo. Una “soluzione-ponte” che ha permesso allo Stato italiano di evitare fino ad oggi le salatissime multe dell'Europa, ma che viene considerata “poco efficace".
 
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, ha scritto a tutti i governi nazionali questa settimana per incoraggiarli a migliorare il livello di informazione. “Sono preoccupato per il fatto che le persone ignorano questo importante servizio di base e che i governi nazionali non agiscono più per informare - ha detto -. L'UE ha messo questo servizio in atto, ora le altre parti devono assumersi le proprie responsabilità”.


Intanto, è previsto sempre per oggi il voto da parte della commissione per il Mercato interno sulle nuove regole che imporrano a tutti i nuovi veicoli venduti all'interno dell'Ue, a partire dal 2015, un servizio d'emergenza che in caso di incedenti gravi inoltrerà automaticamente una chiamata (eCall) ai servizi di soccorso. Il costo dell'installazione del servizio eCall è di circa 100 euro per veicolo.
Il numero potrà essere attivato anche manualmente grazie ad un pulsante ad hoc. Il sistema dovrebbe trasmettere il luogo e l'ora dell'incidente al centro di soccorso più vicino.
"Il sistema eCall potrebbe salvare fino a 2.500 vite ogni anno. Per me questo è un argomento decisivo per l'introduzione di questo servizio in tutta l'Unione europea", ha detto la relatrice Olga Sehnalová, europarlamentare ceca del Gruppo dei Socialisti e Democratici.
 
Nel frattempo gli Stati membri - e i rispettivi servizi di telefonia mobile - dovranno migliorare le loro infrastrutture per rendere possibile questo servizio. Oggi solo lo 0,7% di tutti i passeggeri dell'Unione europea sono accessoriati di un sistema di chiamata d'urgenza.
Il voto in plenaria è invece previsto il 26 febbraio 2014. 

11 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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