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Cancro. Al via da Napoli un’iniziativa per migliorare il dialogo tra medici e pazienti


Si chiama ONCOstories il ciclo di incontri promosso da Salute Donna Onlus e Sipo che ha l’obiettivo di promuovere il valore curativo della comunicazione tra medici e pazienti. Confrontarsi sugli aspetti del percorso di cura permette di affrontare al meglio i problemi legati agli effetti collaterali della chemioterapia, che possono essere trattati con efficaci terapie di supporto.

20 FEB - Parte oggi da Napoli ONCOstories, un progetto innovativo dedicato alla qualità di vita durante la chemioterapia: un ciclo di incontri tra esperti, pazienti con tumore e familiari, introdotti dalla proiezione di Insieme, un cortometraggio liberamente ispirato a una storia vera che, con la forza del linguaggio cinematografico, racconta frammenti di vita quotidiana di una giovane donna che affronta la battaglia contro il cancro. Nel corso degli incontri le immagini di Insieme saranno il punto di partenza per affrontare i principali aspetti legati al percorso di cura, come la gestione della terapia, il benessere psicologico e sessuale, la comunicazione medico-paziente. Obiettivo del progetto ONCOstories, promosso da Salute Donna Onlus e SIPO, e realizzato grazie al supporto non condizionato di MSD Oncology, è promuovere il valore curativo del dialogo tra medici e pazienti durante la malattia oncologica. Promotori locali dell’incontro di Napoli sono l’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale” e il Progetto Underforty.

"Il progetto ONCOstories vuole contribuire ad abbattere il muro dei silenzi che spesso si instaurano tra medico e paziente – ha affermato Anna Maria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus –. Reticenze reciproche dall’una e dall’altra parte a volte impediscono di affrontare aspetti importanti dell’esperienza di malattia, come i problemi legati agli effetti collaterali dei trattamenti chemioterapici, che possono avere un impatto drammatico sulla qualità di vita delle persone affette da tumore".

Attualmente almeno 2.300.000 persone in Italia convivono con una diagnosi di tumore, di questi circa i due terzi soffrono di effetti collaterali, in particolare nausea e vomito, associati ai farmaci chemioterapici. Secondo una ricerca promossa da Salute Donna e Sipo la chemioterapia condiziona la normale gestione delle attività domestiche nel 61,6% dei casi, l’attività lavorativa nel 63,9% e la vita sessuale nel 63,7%.
Nausea e vomito, gli effetti collaterali più temuti dai pazienti, oggi possono essere contrastati da adeguate terapie di supporto.
 
"Gli effetti collaterali della chemioterapia hanno ripercussioni sulla salute generale dei pazienti e sulla stessa efficacia della terapia – ha detto Michelino De Laurentiis, Direttore della U.O.C. di Oncologia Medica Senologica, Istituto Nazionale Tumori Irccs “Fondazione G. Pascale” di Napoli –. La prescrizione delle terapie di supporto secondo quanto raccomandato dalle Linee Guida nazionali e internazionali permette di ridurre in modo significativo l’impatto di nausea e vomito, migliorando la qualità di vita dei pazienti e consentendo all’oncologo di gestire al meglio il protocollo terapeutico".

Ma quali sono le ragioni profonde che ostacolano il dialogo tra medici e pazienti? "Da un lato gli oncologi per formazione si concentrano sulla sopravvivenza del paziente, mettendo in secondo piano l’aspetto psicologico e gli effetti collaterali – ha osservato Francesco De Falco, Responsabile del Servizio di Psiconcologia, Istituto nazionale tumori Irccs “Fondazione G. Pascale” di Napoli – dall’altro i pazienti non manifestano i loro bisogni perché questi attengono spesso ad argomenti intimi o perché temono che a causa degli effetti collaterali la terapia salvavita potrebbe essere sospesa o ridotta e quindi diventare meno efficace".

Valorizzare nuovi linguaggi per favorire una migliore comunicazione tra medici e pazienti e consolidare la loro alleanza terapeutica contro il tumore è l’esigenza da cui nascono il progetto Insieme e il ciclo di incontri ONCOstories: "Il tumore può invadere la vita della persona colpita fino a renderla insopportabile: raccontare la propria malattia e come ci si sente alle persone che possono aiutarti è la sola via d’uscita – ha sostenuto Massimo Di Maio, Specialista in Oncologia, Dirigente Medico dell’Unità Sperimentazioni Cliniche, Istituto nazionale tumori Irccs “Fondazione G. Pascale” di Napoli – In questo senso la forza del linguaggio cinematografico si è rivelata una risorsa importante per catalizzare l’attenzione di medici e pazienti su quanto accade fuori dell’ospedale. Il modello di dialogo raccontato nel cortometraggio Insieme viene oggi riproposto nel ciclo di incontri ONCOstories".

Un supporto determinante alla qualità di vita dei pazienti durante la malattia viene offerto oggi dalle Associazioni: "Quando si riceve una diagnosi di tumore l’angoscia di morte ha il sopravvento, la sensazione di panico è fortissima e invade la mente e il corpo – ha dichiarato Massimiliano D’Aiuto, Responsabile del Progetto Underforty – in questi momenti e subito dopo, con l’eventuale intervento chirurgico e i trattamenti chemioterapici, è cruciale il ruolo svolto dalle Associazioni che possono dare sostegno al paziente e ai familiari accompagnandoli durante l’intero percorso diagnostico-terapeutico e anche oltre, quando la malattia viene sconfitta". 

20 febbraio 2014
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