Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Martedì 23 APRILE 2024
Cronache
segui quotidianosanita.it

Polizia penitenziaria. Malati di mente e tossicodipendenti non dovrebbero stare in carcere


E’ la principale richiesta formulata ieri dai rappresentanti del Sindacato autonomo della polizia penitenziaria incontrando il sottosegretario Giovanardi. Per loro e per i detenuti affetti da disturbi mentali andrebbe previsto un circuito penitenziario differenziato. Un problema che tocca più di un 1 detenuto su 3. Il tutto quando l'80% dei carcerati denuncia comunque un cattivo stato di salute.

02 DIC - Una delegazione del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) ha incontrato ieri a Palazzo Chigi il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Carlo Giovanardi, al quale - informa una nota del sindacato - sono state rappresentate le pesanti criticità che le donne e gli uomini della penitenziaria sono costretti quotidianamente ad affrontare a seguito del grave sovraffollamento delle carceri italiane. E’ stato in particolare posto in evidenza l’elevato numero di detenuti con problemi di tossicodipendenza e di salute.
 
“Secondo i dati recentemente diffusi  - si legge sempre nella nota - è emerso che l'80% dei circa 70 mila detenuti oggi in carcere ha problemi di salute, più o meno gravi. Il 38% versa in condizioni mediocri, il 37% in condizioni scadenti, il 4% ha problemi di salute gravi e solo il 20% è sano. Un detenuto su tre è tossicodipendente. Del 30% dei detenuti che si è sottoposto al test Hiv, il 4% e' risultato positivo. E ancora, il 16% soffre di depressione o altri disturbi psichici, il 15% ha problemi di masticazione, il 13% soffre di malattie osteoarticolari, l'11% di malattie epatiche, il 9% di disturbi gastrointestinali. Circa il 7% è infine portatore di malattie infettive. Il dato importante da considerare  - conclude la nota del Sappe -  è che i detenuti affetti da tossicodipendenza o malattie mentali, come ogni altro malato limitato nella propria libertà, sconta una doppia pena: quella imposta dalle sbarre del carcere e quella di dover affrontare la dipendenza dalle droghe o il disagio psichico in una condizione di disagio, spesso senza cure adeguate e senza il sostegno della famiglia o di una persona amica. Forse è il caso di ripensare il carcere proprio prevedendo un circuito penitenziario differenziato per queste tipologie di detenuti”.

02 dicembre 2010
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Cronache

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy