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Stamina. Chiusa l’inchiesta. I pm: “Associazione a delinquere e truffa”


Il pm di Torino Guariniello starebbe consegnando in queste ore i provvedimenti con i capi d’accusa per i 20 indagati. Coinvolti il fondatore del metodo Davide Vannoni, il vice del presidente della ‘Stamina Foundation’ e neurologi, biologi, otto medici degli Spedali di Brescia e un membro dell’Aifa. Lorenzin: “Commissione su metodo Stamina continuerà a lavorare”

23 APR - Chiuse le indagini sul caso Stamina. Sarebbero in corso in queste ore le notifiche da parte del Pm di Torino di Raffaele Guariniello dei provvedimenti con i capi d’accusa per i venti indagati sul caso Stamina. Oltre a Davide Vannoni, fondatore del metodo che prometteva di curare le malattie degenerative attraverso l’infusione di cellule staminali, sono coinvolti anche il vice del presidente di Stamina Foundation e neurologi, biologi, otto medici degli Spedali di Brescia e un membro dell’Aifa. I reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, aggravata dall’essere ai danni del servizio sanitario nazionale, e somministrazione di farmaci pericolosi. Nel provvedimento sono indicati più di sessanta pazienti che sarebbero stati truffati.
 
Un avviso, quello della chiusura delle indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o per presentare memoriali difensivi o altri documenti. 
 
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel commentare la vicenda ha chiarito la commissione sul metodo Stamina continuerà a lavorare, ma con “i suoi tempi, che non sono i tempi che dettiamo noi o i mass media, tanto è vero che nell'ordinanza del Tar del Lazio c'era scritto che la prima commissione era stata eccessivamente veloce. Quindi gli esperti avranno i loro tempi, non è certamente il ministro a mettere paletti temporali a un comitato scientifico”.
Il Ministro ha specificato come “noi continuiamo ad avere due percorsi attivati - ha aggiunto - uno è quello che dipende da noi, cioè quello della commissione che valuta il metodo e che ricordo è la seconda commissione perché il metodo è già stato dichiarato totalmente inefficace e infondato dalla prima; dall'altro lato c'è il lavoro della Procura di Torino che, vedo oggi, ha rinviato a giudizio moltissime persone. Io spero che da questa vicenda escano fuori due verità: quella scientifica, che sarà cura della commissione verificare e attuare, e quella processuale, entrambe a favore delle famiglie che in questi anni hanno sofferto, atteso, avuto illusioni e speranze”.

23 aprile 2014
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