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Chirurgia intima femminile. Aicpe: “Superiamo i pregiudizi, ma sbagliato operarsi solo per seguire una moda”


Cresce il numero di donne che si rivolgono al medico per risolvere problematiche estetiche e funzionali nella zona intima, ma per gli esperti riuniti a Padova l’esigenza di rimodellamento di questa zona, che nasce dalla moda dell’epilazione totale, non ha nessuna base scientifica.

29 APR - Meno tabù, la moda dell’epilazione totale e il prolungamento della vita sessuale ben oltre la menopausa spingono un numero crescente di donne a rivolgersi a un medico per risolvere problematiche estetiche e funzionali nella zona intima. Ma è bene ricordare che l’esigenza di rimodellamento di questa zona, che nasce appunto dalla nuova moda dell'epilazione totale, non ha nessuna base scientifica
 
È questo il messaggio che arriva dagli esperti riuniti a Padova in occasione del corso “Medicina e Chirurgia Intima Femminile - salute e ringiovanimento, funzione ed estetica” organizzato con il patrocinio di dell'Associazione italiana chirurgia plastica estetica (Aicpe).
 
Pur restando un fenomeno di nicchia, quello degli interventi di chirurgia plastica femminile, è in fortissima crescita: in Italia, dal 2011 al 2012, si è registrato un aumento del 24% (dati Aicpe), mentre negli Usa c’è stato un balzo in avanti del 50% (dati Asaps).
 
“Riceviamo sempre più richieste e di diverso tipo: pur trattandosi di interventi delicati sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo etico, è un fenomeno che comunque non può essere ignorato – ha affermato il vicepresidente di Aicpe, Luca Siliprandi – le più giovani richiedono la labioplastica, ossia il rimodellamento delle piccole labbra troppo sviluppate, evidenti per via della moda dell’epilazione pubica e perineale; le meno giovani richiedono non solo il sollievo dalla secchezza e dal prurito dovuti alla carenza estrogenica, ma anche la riacquisizione di un maggior tono vaginale per poter vivere con soddisfazione una prolungata vita sessuale che oggi prosegue anche per 30 anni dopo la menopausa”.
 
Sono crescenti anche le richieste di ricostruzione dell’imene da parte di giovani donne mussulmane, per simulare una nuova verginità, necessaria a evitare non solo il rifiuto da parte del promesso marito, ma anche il definitivo allontanamento da parte della famiglia d’origine.
 
I canoni estetici relativi alla zona genitale femminile sono recenti e si fondano su basi piuttosto incerte: “Di solito – ha sottolineato Siliprandi – si richiedono piccole labbra simmetriche e che non fuoriescano eccessivamente dalle grandi labbra. È bene ricordare che l’esigenza di rimodellamento di questa zona, che nasce dalla moda dell’epilazione totale, non ha nessuna base scientifica: le piccole labbra corte non sono affatto un segnale di giovinezza, ma semplicemente una caratteristica individuale. Probabilmente il modello di riferimento in questo campo sono le attrici dei film a luci rosse, che hanno piccole labbra corte per evitare i danni conseguenti ad attriti prolungati. Pur trattandosi di un intervento eseguibile ambulatorialmente in anestesia locale – ha aggiunto – va progettato ed eseguito con la massima cura ed attenzione, evitando asportazioni eccessive per non incorrere in problemi futuri: con la menopausa, la diminuzione estrogenica induce l’ipotrofia dei tessuti vulvari che potrebbe ridurre ulteriormente le dimensioni di piccole labbra eccessivamente accorciate, venendo così a mancare la fisiologica protezione della vagina”.
 
Problematiche etiche, deontologiche e legali, oltre agli aspetti psicologi e sociali, devono essere considerati negli interventi nella zona genitale: “Per il perseguimento del benessere della paziente, è fondamentale valutare il reale spessore del suo disagio. Lo specialista non deve ridurre all’aspetto meramente tecnico il suo operare, ma anche almeno tentare di chiarire le motivazioni da cui è spinta la richiesta e quali siano le aspettative della paziente”.

29 aprile 2014
© Riproduzione riservata

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