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Lombardia. Malattie sessuali. Giovanissime più a rischio


Ragazze sempre più precoci, a Milano per due su dieci la “prima volta” arriva a13 anni, ma su contraccezione e protezione sono poco informate. E così crescono le infezioni. È quanto emerge da un’indagine condotta da Onda in collaborazione con l’Assessorato alla salute del Comune di Milano tra 1.300 studentesse under18.

20 GEN - Under 18 milanesi bocciate in quanto a conoscenza sulle malattie a trasmissione sessuale. Sono molto superficiali e disinformate. Pensano che l’Hiv colpisce solo chi fa uso di stupefacenti. Che la pillola le protegga dal contagio. Sull’uso del preservativo ne sanno veramente poco.
Insomma, hanno una consapevolezza generica sui rischi ai quali si espongono. Anche perché l’età in cui scoprono il sesso si è abbassata vertiginosamente: una ragazza su cinque in Lombardia ha il suo primo rapporto sessuale a tredici anni (contro i 18 anni dei ragazzi).
Il risultato? Tra le giovani milanesi è aumentata la crescita di vaginosi batteriche e microplasmi
È questo lo scenario tratteggiato da un’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (Onda) in collaborazione con l’Assessorato alla Salute del Comune di Milano e presentata questa mattina nel capoluogo lombardo.
Dall’indagine - che ha indagato i comportamenti di 1.300 studentesse tra i 13 e i 18 anni di undici scuole milanesi – è emerso che una su tre non sa che i sintomi delle infezioni di molte di queste malattie possono non essere immediatamente evidenti ed avere gravi conseguenze sul sistema riproduttivo; una su due non è consapevole che sono proprio le donne più giovani ad essere maggiormente a rischio di contrarre queste patologie.
Anche in tema di prevenzione esistono molte incertezze: l’89 per cento delle intervistate indica il preservativo come la principale strategia preventiva, ma solo tre su quattro dichiarano che lo userebbero sempre, una su cinque solo in caso di rapporti occasionali ed il 2 per cento ne fa a meno. È significativa anche la convinzione che l’infezione da virus Hiv possa colpire solo chi fa uso di stupefacenti, e che la pillola protegga dal contagio sessuale. Restano sconosciute, o molto confuse, le altre forme di prevenzione e le stesse malattie. Manca alle ragazze soprattutto la volontà di approfondire. Basti pensare, ad esempio, che il 65 per cento delle intervistate non ha mai sentito parlare dei servizi di ginecologia adolescenziale. E, infatti, tra i 15 e i 25 anni, le infezione uro-genitali sono causate soprattutto da comportamenti igienico-sanitari inadeguati. Le più diffuse sono le vaginosi batteriche (si è passati dal 14 del 2005 al 20% del 2008) e i microplasmi (dal 22,8 al 32%). A conferma di questo, a Milano si è registrato un aumento del 25 per cento di giovani che si rivolgono a un Centro di Mts per problemi al distretto uro-genitale.
“È ancora troppo superficiale l’informazione in merito alle malattie sessualmente trasmissibili fra la popolazione femminile – ha affermato Francesca Merzagora, presidente di Onda –. specie fra le più giovani. Spesso queste malattie vengono sottostimate, perché poco conosciute, e i loro sintomi trascurati, con conseguenze che potrebbero diventare gravi e generare problemi di sterilità in età riproduttiva. Esistono invece chiari segnali quali perdite vaginali anormali, secrezioni uretrali, prurito, bruciore o dolore associati alla minzione e durante i rapporti sessuali, piccole ulcere, vescicole o bolle nella zona genitale che dovrebbero indurre le ragazze a consultare, già alla prima comparsa, il proprio medico o uno specialista. Invece non conoscono l’esistenza dei reparti di ginecologia adolescenziale (65%), cosi come conoscono, ma troppo superficialmente, l’uso dei metodi contraccettivi e di come, per esempio, si usa un preservativo. Questa poca attenzione può essere davvero un problema”.
A Milano si sta svolgendo quindi una forte azione di sensibilizzazione tra la popolazione giovanile per valutare l’effettiva conoscenza in tema di Malattie a trasmissione sessuale.
“Daremo il via a compagne informative mirate – ha spiegato l’Assessore alla salute di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna – affinché l’aumento che stiamo oggi registrando nella diffusione di queste malattie non solo nella nostra città ma anche tra le più grandi capitali europee possa assestarsi su dati accettabile o nelle prospettive più rosee, subire un brusco arresto”.
E.M. 

20 gennaio 2011
© Riproduzione riservata

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