Andriukaitis (Ue): “Rivedere i trattati per allargare le competenze dell'Europa sulla salute”
Il commissario alla Salute ritiene ci sia bisogno di un piano per allargare anche l’intervento in materia di salute a livello europeo. Obiettivo: rendere i sistemi sanitari più efficaci e sostenibili. “Ora è il momento di agire”. Plauso delle associazioni dei malati di cancro.
04 SET - “L'Europa ha bisogno di un piano di azione per definire come si dovrebbe investire nella salute”. È quanto ha dichiarato
Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare nel suo discorso in occasione di una tenutasi a Riga in giugno ha chiesto la modifica dei trattati UE per allargare le competenze dell'Unione europea in materia di salute.
“Credo che sarà bello discutere la possibilità di modificare i trattati dell'Unione europea nel futuro”, ha detto il commissario Andriukaitis. Mentre ora l'UE può lavorare su temi come la prevenzione, alcol e tabacco, i trattati potrebbero riguardare aree più ampie. “Solleverò i problemi e la questione al più presto sia a livello di Parlamento europeo che e a livello di Consiglio”, ha poi aggiunto.
“Lo stato dei sistemi sanitari riguarda tutti - ha detto il commissario -. Vi è la necessità di ridurre le morti premature e alleviare la pressione delle malattie croniche. Nonché rendere i sistemi sanitari europei più efficaci e sostenibili. Ora è il momento di agire”.
Plauso dall’associazione dei pazienti contro il cancro. “La European Cancer Patient Coalition - ECPC, come rappresentante dei malati di cancro europei, plaude alle dichiarazioni e alla proposta di estendere il tema della salute e di sancirlo nei trattati", sottolineano in una nota congiunta
Francesco De Lorenzo, presidente ECPC e il vicepresidente
Kathi Apostolidis.
“Per molti anni – proseguono - ,ECPC ha chiesto all'Unione europea di fare di più per arginare le disuguaglianze insopportabili nel settore sanitario. Come cittadini europei, non possiamo accettare nell’Ue i tassi di sopravvivenza per la stessa malattia possano variare notevolmente dal 30 al 40%, a seconda di dove il paziente vive e di dove è curato. Per questo motivo, ci congratuliamo con la proposta come un passo lungimirante, sostenibile e pratico per trasformare l'Europa delle disparità, in cui i pazienti oncologici oggi vivono, in un'Europa di diritti e opportunità”.
04 settembre 2015
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