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Confronto Fazio-Dompè, problemi attuali e sanità del domani


Il ministro della Salute Ferruccio Fazio, e il presidente di Farmindustria Sergio Dompè, hanno partecipato ad un forum organizzato nella redazione del ‘Riformista’ confrontandosi a tutto campo sulla nuova riforma del Ssn in vista del federalismo fiscale, ruolo della sanità territoriale, vaccino contro l’H1N1 e sulla crisi del settore farmaceutico

05 MAG - Partendo proprio dall’attuale riforma sul federalismo fiscale, Fazio ha fatto notare come il problema non sia meramente una questione di conti, ma la messa a sistema dell’intera sanità. Nelle Regioni virtuose questo già avviene, in quelle meno virtuose si è invece in una situazione di ritardo, seppur con qualche eccezione. “In Abruzzo, ad esempio, abbiamo u'ottima collaborazione con il commissario-presidente”, ha evidenziato il ministro, che ha voluto ancora una volta sottolineare che i tagli alla spesa non significheranno chiusure di ospedali, bensì una necessaria riqualificazione di tutta la rete sanitaria che va dal territorio all’ospedale, mettendo al centro le residenze sanitarie assistenziali.

Il Italia vi sono quattro Regioni – Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia – con quattro modelli sanitari differenti, "tutti eccellenti".Il bello del Federalismo, a parere del ministro, è proprio questo: poter scegliere diversi modelli virtuosi da esportare nelle Regioni in difficoltà. Proprio per questo, ha spiegato il ministro, “abbiamo messo in rete gli indicatori di appropriatezza di tutte le Asl e di tutte le Aziende ospedaliere del Paese, puntando tutto sulla trasparenza”.

Per quel che poi riguarda la revisione dei meccanismi di accreditamento, il ministro ha chiarito che si sta valutando “un accreditamento rigoroso con le metodologie attuali che sono fondamentalmente strutturali (per esempio, numero di posti letto), ma anche un accreditamento dinamico, basato quindi sulla qualità sanitaria offerta”. La sanità del futuro dovrà quindi passare per la creazione di un percorso per il paziente che parte dalla medicina generale. “Abbiamo messo in campo 850 mln di euro di finanziamenti per l’assistenza primaria generale, ed un ulteriore passo in avanti, per una medicina che parta dal territorio, è stato fatto con la legge che rende le farmacie centri socio-sanitari”, ha spiegato Fazio.

Sul tema dei conti è intervenuto anche il presidente Dompè, per spiegare la situazione di grande crisi in cui versa il settore farmaceutico italiano. “Noi italiani eravamo i primi al mondo nella produzione delle materie prime per il settore farmaceutico – ha sottolineato il presidente di Farmindustria – Nel momento in cui è stato permesso a cinesi e indiani di produrre le stesse cose, ma con regole diverse, anche un competitore medio avrebbe vinto sull’industria italiana”. Gli imprenditori ormai delocalizzano i propri asset produttivi per poter presentare bilanci in attivo, a perderne è l’intero Paese. Tutte le aziende più importanti stanno andando verso Cina e India, “dobbiamo studiare una strategia per il farmaceutico e lavorare per non perdere la struttura produttiva italiana”, ha concluso Dompè.

Infine, si è toccato il tema pandemia. Per il presidente Dompè, anche se la probabilità di diffusione dell’H1N1 fosse stata molto bassa, nessuno avrebbe potuto rischiare sulla vita della popolazione. “Il problema è che nessuno poteva prevedere con certezza l’andamento della pandemia”, ha detto Dompè. Intervenendo sull’argomento, il ministro Fazio, ha tenuto a precisare che “quando a maggio moriva la gente in Messico, mi sono preso la responsabilità di comprare per l’Italia meno vaccini di tutta l’Europa. Non è stato facile, ma siamo stati i primi a capire che era necessaria una sola dose e non due”, ha concluso il ministro.


G.R.

05 maggio 2010
© Riproduzione riservata

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