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Celebrazioni unità d’Italia: Fazio, spariti viaggi salute all’estero


Si è svolto oggi il convegno organizzato dal Pdl per celebrare, nell’ambito della ricorrenza dell’Unità, anche i 150 anni della sanità italiana. Il ministro, nel fotografare l’evoluzione della sanità italiana in 150 anni di storia, ha sottolineato come “negli ultimi dieci anni si è ridotta quasi del tutto, se non per casi gravissimi, la pratica di viaggi all'estero per le cure”. Tra gli interventi anche Cesare Cursi che ha definito la riforma del Titolo V “un fallimento totale”.

15 MAR - La sanità italiana ha compiuto passi da gigante da quel lontano 1861, anno dell’Unità che oggi celebriamo. Allora la vita media era di 33 anni, mentre oggi l’aspettativa di vita è passata ad 80 anni per gli uomini e di 85 per le donne.
“Centocinquanta anni fa in Italia c’erano 25 milioni di abitanti, l’aspettativa di vita era di 33 anni, le condizioni igienico sanitarie erano scarse e il 44% dei bambini moriva sotto i cinque anni di età. Oggi la situazione è completamente differente, l’aspettativa di vita è migliorata e non ci sono più quelle enormi differenze tra Nord e Sud del Paese e tra città e campagna, come avveniva nel 1861”.
Questa la fotografia del ministro Fazio nel corso del suo intervento al convegno “I 150 anni della sanità italiana” che si è svolto questa mattina a Roma organizzato dal gruppo parlamentare del Pdl.
 
Ancora oggi, ha aggiunto il ministro “ci sono delle sfide importanti da superare” come le differenze tra Nord e Sud del Paese e una sanità ancora troppo ospedalocentrica. Ma oggi “non basta tagliare gli ospedali generalisti – ha insistito Fazio – , bisogna costruire la sanità sul territorio puntando anche sulla medicina preventiva”. E tutto questo, ha ribadito “in un sistema pubblico che noi immaginiamo come governancesotto il quale operi anche un sistema virtuoso dei privati”.
 
Secondo il ministro però la nostra sanità delle sfide già le ha vinte “negli ultimi dieci anni si è ridotta quasi del tutto, se non per casi gravissimi, la pratica di viaggi all’estero per le cure. Vent’anni fa invece era la regola”.
 
Sfide vinte anche grazie a due riforme epocali che hanno reso migliore il nostro Sistema. La prima, la legge 833/78 istitutiva del Ssn e la seconda, la riforma del titolo V della Costituzione.
 
Voce fuori dal coro in un contesto di celebrazioni e di consenso sulla riforma del Titolo V quella del senatore Cesare Cursi (Pdl), presidente della X Commissione Industria, commercio e turismo, che ha voluto segnare una differenza rispetto agli altri intervenuti sottolineando come per la lui “la riforma del Titolo V sia un fallimento” al punto che i cittadini italiani per avere una buona sanità “devono sperare di nascere in alcune regioni piuttosto che in altre”. Cursi ha quindi concluso il suo breve intervento ricordando a tutti come “curare la salute del cittadino sia l’unico elemento da tenere presente”. Vero collante della sanità del XXI secolo da Nord a Sud del Paese.
 
Quale la chiave interpretativa di questi 150 anni? Se lo è chiesto il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco “la sanità è stata, è e sarà un sistema sensibile allo sviluppo del Paese”.
Il Ssn – ha continuato Bianco “è stata una straordinaria opportunità”. Ora però il concetto di malattia secondo il presidente della Fnom sta cambiando “la malattia è stata per anni il terreno indiscusso dei medici mentre oggi sperimentiamo che la malattia è qualcosa di molto complesso che viene interpretato da vari attori il medico, il paziente e la società”.
Questa evoluzione “è qualcosa di travolgente che investe molti campi, le scienze umane e le relazioni sociali. Inoltre – ha insistito Bianco – sollecita le coscienze e i professionisti devono riposizionarsi nel loro rapporto con il paziente”. 

15 marzo 2011
© Riproduzione riservata

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