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Violenza sessuale. A Napoli medici lavorano a protocollo d’intesa con magistratura e FdO


L’obiettivo è emerso nel corso del convegno “La violenza sessuale: approccio integrato tra operatori della sanità, delle Forze dell’ordine e del mondo giudiziario”, tenutosi ieri nella sede dell’Ordine dei medici napoletani. Il presidente dei camici bianchi di Napoli, Gabriele Peperoni ha parlato del documento d’intesa multidisciplinare, come “lo strumento più adeguato per aiutare le vittime e raccogliere le prove necessarie affinché sia poi fatta giustizia.

12 MAG - Anche in Campania il dramma della violenza sessuale sta diventando una vera “emergenza sociale”. Per fare il punto della situazione si è svolto nella giornata di ieri, presso la sede dell’Ordine dei medici di Napoli, un convegno dal titolo “La violenza sessuale: approccio integrato tra operatori della sanità, delle Forze dell’Ordine e del mondo giudiziario”.
L’obiettivo comune, emerso nel corso dei lavori, è la stesura di un protocolla d’intesa da siglare a breve termine tra operatori sanitari, forze dell’ordine e la magistratura per portare avanti un’azione coordinata a tutela delle vittime di violenza sessuale. Presenti, oltre ai medici, infermieri, psicologi, psichiatri, anche operatori del Diritto e della sicurezza. “Un documento d’intesa multidisciplinare è lo strumento più adeguato per aiutare le vittime e raccogliere le prove necessarie affinché sia poi fatta giustizia”, ha esordito il presidente dei camici bianchi, Gabriele Peperoni. Per il consigliere dell’Ordine, Giannamaria Vallefuoco, “è fondamentale, attraverso il protocollo, far emergere l’alta percentuale di persone che non hanno, e non hanno avuto, il coraggio di confessare la violenza sessuale subita”. Tra i temi di discussione, particolare importanza è stata dedicata al primo intervento prestato alla vittima da parte del 118 o delle Forze dell’ordine: “La Questura di Napoli punta sulla formazione professionale – ha spiegato il vicequestore aggiunto Francesca Fava - In ogni ufficio di Polizia abbiamo individuato una figura che si occupa di questi casi. Ma vanno potenziati anche gli interventi sociali a supporto delle vittime, che spesso sono sole e non sanno a chi rivolgersi”.
Nel corso della giornata è stata, inoltre, tratteggiata l’evoluzione della violenza sessuale negli ultimi anni, affrontando le delicate tematiche del riconoscimento e rilevazione dei segni, e della raccolta, conservazione e analisi dei dati dell’aggressione. Per il presidente dell’Accademia italiana di Scienze Forensi, Luciano Garofano, “è eccessivo il tempo che passa dalla prima richiesta d’aiuto di chi ha subìto violenza sino all’individuazione dei colpevoli del reato. In quest’ottica – ha concluso - un protocollo comune ci consentirà di operare a stretto contatto, sfruttando i mezzi che ci fornisce la tecnologia”.
 

12 maggio 2011
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