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Sordità nell’anziano. Un “si” o un “no” per sconfiggerla


Il 50% degli over 70 presenta un deficit uditivo. Per sensibilizzare la popolazione a rischio, è stato presentato ieri a Roma nel corso del convegno “L’udito dell’anziano: presentazione di un progetto di informazione e prevenzione per il cittadino” promosso dalla Sio, un opuscolo informativo che  contiene un questionario di autovalutazione, grazie al quale rispondendo “si” o “no” a 11 domande, si può capire l’eventuale necessità di prendere provvedimenti.

12 MAG - Sordità nell'anziano e isolamento sociale. Un tema sempre attuale, ma che spesso finisce nel dimenticatoio. II 50% della popolazione sopra i 70 anni, infatti, presenta un deficit uditivo dovuto alla perdita progressiva e irreversibile di cellule neurosensoriali dell'orecchio interno o di neuroni delle vie acustiche cerebrali. Tutto questo causa notevoli disagi nella vita dell'anziano dovuti, soprattutto, alle difficoltà nel percepire le parole. Esiste, dunque, un rischio concreto di deterioramento della qualità di vita, che procede di pari passo con l'aumento della stesa popolazione anziana proprio per la migliorata aspettativa di vita. 

Con l'intento di sensibilizzare la popolazione a rischio, è stato presentato ieri a Roma, nel corso del convegno “L’udito dell’anziano: presentazione di un progetto di informazione e prevenzione per il cittadino”, un opuscolo informativo sulla presbiacusia che si inserisce nell'ambito di una campagna di educazione sanitaria promossa dalla Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale. L'opuscolo, dal titolo “Quando l'udito si tinge d'argento”, contiene nella prima parte un questionario di autovalutazione composto da 11 domande. Rispondere con “si” o “no” può essere utile a valutare l’eventuale necessità di prendere dei provvedimenti. Al termine del questionario, infatti, se si è risposto “si” ad almeno una delle domande, c’è la probabilità di avere qualche problema di udito che richiede di essere indagato.

“L’udito rappresenta un canale fondamentale d’interazione con il mondo che ci circonda e ancor più una funzione irrinunciabile per la comunicazione umana e la vita di relazione - ha spiegato Marco Piemonte, presidente Sio -. Appare quindi con immediata evidenza la necessità di proteggere e salvaguardare l’integrità anatomica e funzionale dell’udito ai fini della migliore qualità di vita del cittadino, in tutte le età a partire dalla nascita”. “Purtroppo – ha concluso - anche l’organo dell’udito e la relativa funzionalità subiscono negli anni, soprattutto dalla quinta decade di vita, un progressivo deterioramento conseguente ai fisiologici processi d’invecchiamento, con compromissione talora grave delle capacità uditive e di comunicazione. Questo processo, indicato come 'presbiacusia', appare sempre più rilevante coerentemente con il costante allungamento della vita media della popolazione, che si associa a un sempre più marcato prolungamento della vita attiva sia in ambito lavorativo, sia in ambito sociale e relazionale”.


La Sio ha voluto proporsi come uno degli interlocutori istituzionali nelle politiche di intervento sulla sordità (Lea, nomenclatore tariffario, programmi speciali etc.) che hanno visto sinora la partecipazione solamente di altre professionalità con specifici interessi. L’intento è quello di sensibilizzare anche la classe politica nei confronti di questa importante menomazione in grado di condizionare la qualità di vita e la morbilità della popolazione 'anziana' con notevoli ricadute in termini di economia sanitaria.
 
Alla presentazione ha partecipato anche il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione d'inchiesta del senato sull'efficacia e l'efficienza del Ssn, che ha ricordato l'importanza dell'iniziativa e la necessità di aggiornare nomenclatore tariffario e Lea proprio in riferimento alla presbiacusia.
 

12 maggio 2011
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