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Nas. Sei arresti e 54 persone indagate per doping. Nel mirino anche partita di Serie B


I Carabinieri del Nas di Bologna, con l’operazione “Anabolandia”, hanno scoperto un'associazione per delinquere finalizzata a favorire la prescrizione, l'approvvigionamento e l'assunzione di farmaci dopanti. Coinvolti anche medico e preparatore atletico di una squadra di Serie B per il ricorso a prodotti dopanti in una partita dei "playout".

08 GIU - Non bastava il nuovo caso ‘Calcioscommesse’ a rovinare l’immagine dello sport italiano. Questa mattina, i Carabinieri del Nas di Bologna, hanno portato a termine l’operazione "Anabolandia" notificando in Emilia Romagna, Marche e Lombardia, 6 provvedimenti cautelari tra cui quattro arresti domiciliari, un obbligo di firma  ed un sequestro preventivo di un ambulatorio medico.
Tra i destinatari delle misure,  medici, dirigenti ed informatori scientifici di una conosciuta industria farmaceutica lombarda, resisi responsabili di associazione per delinquere finalizzata a favorire la prescrizione, l’approvvigionamento e l’assunzione pericolosa di farmaci dopanti da parte di atleti,
professionisti e non, appartenenti a varie discipline (calcio, basket, atletica leggera, ciclismo, triathlon, pattinaggio, tennis, ecc.). L’indagine ha portato a individuare i componenti dell’organizzazione, facente capo ad un medico sportivo che, con la complicità dei dirigenti, degli informatori scientifici e di un infermiere, prescriveva, anche ad atleti professionisti, farmaci in classe doping, sottoponendo inoltre gli sportivi a pratiche di ossigeno-ozonoterapia al solo fine di migliorarne fraudolentemente le prestazioni agonistiche. In particolare, in occasione dello svolgimento di un’importante partita dei "playout" del campionato di Serie B di calcio, il preparatore atletico di una squadra ha fatto ricorso alle competenze del medico sportivo, per sottoporre più calciatori a trattamenti farmacologici per alterarne le prestazioni.
Numerosi gli atleti che, sottoponendosi agli espedienti del citato medico, hanno ottenuto risultati di rilievo in competizioni anche internazionali; alcuni tra questi sono stati sottoposti a controlli antidoping, risultando positivi e subendo la conseguente squalifica per più anni.
 
Le prescrizioni, emesse con nominativi falsi o inesistenti per evitare che si scoprissero i veri destinatari, venivano soddisfatte da compiacenti farmacisti a cui i dirigenti dell’industria farmaceutica, consapevoli della reale destinazione, procuravano i medicinali ad un prezzo scontato mediante fornitura diretta. Inoltre, per aumentare la vendita dei farmaci e per agevolare le pratiche dopanti fornivano, anche direttamente agli assuntori, uno speciale strumento necessario per la somministrazione.

Fenomeno allarmante e che desta seria preoccupazione è il coinvolgimento di alcuni genitori, che si rivolgevano al medico per sottoporre i figli, alcuni dei quali ancora minorenni, alle pratiche dopanti per farli primeggiare nelle varie competizioni sportive.
Nel corso delle operazioni, a carico degli indagati, complessivamente 58, e dell’industria farmaceutica coinvolta, sono state effettuate 65 perquisizioni in 17 province italiane (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Umbria, Puglia), con il rinvenimento e il sequestro di una voluminosa documentazione probatoria, di 500 confezioni di farmaci dopanti e di decine di dispositivi medici, tra cui siringhe e speciale strumenti utilizzati per la somministrazione dei medicinali anabolizzanti.

08 giugno 2011
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