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Bigenitorialità e affidamenti. Il successo della legge 54: “Oggi condivisi in 8 casi su 10”


Un convegno promosso dall’Ordine degli Psicologi del Lazio ha tracciato un bilancio sull’applicazione della legge sulla bigenitorialità (54/2006), a dieci anni dall’entrata in vigore. Secondo le statistiche, nel 2006 il 90% delle separazioni consensuali si risolveva in un affidamento esclusivo. Oggi, solo il 10%. Il Garante Nazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Filomena Albano: “Una misura importante, ma il cambiamento culturale non è ancora compiuto”. 

05 NOV - Cresce in Italia il numero dei divorzi, e cresce anche il numero dei minori costretti a vivere l’esperienza della separazione dei genitori. Da dieci anni, però, il codice consente loro di sperimentare l’affidamento condiviso: un istituto a tutela del diritto alla continuità affettiva. La soluzione sembra funzionare: infatti rispetto al 2006, nelle separazioni consensuali, gli affidamenti esclusivi sono passati dal 90% al 10%. Ma quanto si è diffusa effettivamente nel nostro Paese la cultura della bigenitorialità? Se ne è discusso nella giornata di confronto promossa dall’Ordine degli Psicologi del Lazio presso la Corte d'Appello di Roma. 
 
Il Convegno ha potuto contare sul contributo di professionisti di diversa estrazione: esperti CTU operanti a stretto contatto con la magistratura; rappresentanti istituzionali e dei Servizi Territoriali attivi nel monitoraggio e nella cura delle situazioni di alta conflittualità; avvocati esperti di diritto di famiglia; professionisti in area psicologica.

In apertura dei lavori Filomena Albano, Garante Nazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, ha sottolineato quanto sia ancora lungo il cammino da percorrere: “La legge 54 è stata un’importante passo in avanti - ha spiegato - ma alla legislazione deve accompagnarsi una trasformazione culturale che investa l’intera società e questo, naturalmente, richiede più tempo. Del resto viviamo in una fase di transizione, gli stessi modelli famigliari si stanno diversificando e gli strumenti a disposizione non sono sempre adeguati. Occorre impegnarsi per fare in modo che la bigenitorialità si coniughi sempre di più con l'idea di stabilità e affinché il minore veda riconosciuto pienamente il diritto alla continuità dei legami affettivi con entrambi i genitori. Bisogna lavorare ancora di più, collettivamente, sulla gestione del conflitto - un dato in questi casi inevitabile - per trovare le risorse utili a superarlo. Per questo l’Autorità sta investendo molte energie sul tema della mediazione, a cui dedicherà un evento il prossimo 15 novembre”.

Secondo Marcella Lucidi, avvocato ed estensore della legge 54/2006, “la norma ha avuto un grande merito, quello di spostare lo sguardo dalle problematiche della coppia a quelle dei figli, cosa non facile in un sistema giuridico tutto tarato sull’equilibrio tra i coniugi. Oggi l’affidamento condiviso ha una forte applicazione nelle aule di giustizia: è l’indice del fatto che qualcosa è cambiato, che una maturazione effettivamente è avvenuta. Ma dieci anni sono pochi per fare un bilancio esaustivo: la legge va testata fuori dei tribunali, nella vita reale, e occorre lavorare affinché trovi nella società il sostegno necessario. Questo obiettivo si può raggiungere solo attraverso l’unione di competenze diverse e in questo quadro la collaborazione tra operatori giuridici e sociali, come nell’iniziativa organizzata oggi, è assolutamente essenziale”.

Gli psicologi, del resto, sono coinvolti sempre più spesso in interventi per facilitare la riorganizzazione funzionale di famiglie conflittuali, per tutelare il diritto alla continuità delle relazioni genitoriali e per ascoltare e comprendere il minore. Anche allo scopo di prevenire esiti psicopatologici. Come ricorda Anna Lubrano Lavadera, psicologa giuridica dell’Ordine del Lazio, “perché l'affidamento condiviso abbia successo è essenziale valorizzare la funzione psicologica. Anche in considerazione del fatto che in alcune circostanze il procedimento deve essere seguito in modo particolarmente attento, visto che non tutte le coppie riescono a gestire il conflitto in modo efficace. Certamente - conclude Lubrano – possiamo affermare che la legge 54/2006 ha favorito la nascita e una prima importante diffusione della cultura della bigenitorialità, preservando il ruolo di ciascun genitore e garantendo continuità affettiva ai figli, a tutto vantaggio della loro salute e del loro equilibrio psicologico. Secondo diversi studi, infatti, i minori sottoposti ad affidamento condiviso mostrano evidenti vantaggi in termini di benessere generale e autostima rispetto a quelli affidati a un solo genitore. Ma è anche importante che nel futuro si operi coerentemente in questo senso: innanzitutto garantendo adeguate risorse agli operatori locali, impegnati ad accompagnare le coppie separate lungo questo percorso”.  

05 novembre 2016
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