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Saronno. Morti sospette in ospedale. Arrestati un medico e l’amante infermiera. Avrebbero ucciso anche il marito della donna


Il Comando dei Carabinieri di Saronno non smentisce né conferma la vicenda. Repubblica parla di almeno 4 persone uccise dal medico anestesista, tra il febbraio 2012 e l’aprile 2013, attraverso la somministrazione letale di farmaci. La donna sarebbe accusata dell’omicidio volontario di suo marito con la complicità dello stesso medico.

29 NOV - Un medico e la sua amante infermiera avrebbero ucciso il marito di lei somministrandogli, per un lungo periodo, farmaci “assolutamente incongrui” rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino alla morte. Altre 3 anziani, all’ospedale di Saranno, sarebbero state uccise dalla somministrazione di dosi letali di farmaci da parte del medico, anestesista. I medici, accusati di omicidio, sarebbero stati arrestati dai carabinieri in esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di omicidio. Sulla vicenda, riportata da diverse testate giornalistiche, la Centrale dei Carabinieri di Saronno, che abbiamo contattato, non ha voluto fornire informazioni.

Repubblica parla di “almeno quattro casi di morti sospette in corsia nell’ospedale di Saronno. Il medico, anestesista, è accusato di aver provocato i decessi di quattro anziani pazienti ricoverati al pronto soccorso. La donna, di omicidio volontario di suo marito con la complicità dello stesso dottore. I due avevano una relazione sentimentale e lavoravano nello stesso pronto soccorso, poi lei è stata trasferita in un altro reparto”.

Le morti nell'ospedale di Saronno si riferirebbero al periodo tra il febbraio 2012 e l'aprile 2013. “Le vittime – riferisce Repubblica - erano persone anziane e malate, alle quali il medico aveva, secondo l'accusa, somministrato dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione: clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina. Escluso il movente economico. Tra i pazienti morti anche il marito dell'infermiera al quale sono stati somministrati, per un lungo periodo, farmaci ‘assolutamente incongrui’ rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino alla morte”.

A far scattare le indagini sarebbe stata la denuncia di una infermiera nel giugno del 2014. Sarebbero emersi anche altri casi di somministrazione anomala delle medicine, “ma – riferisce Repubblica.it - non è stato possibile escludere che il paziente, vista la gravità delle condizioni, non sarebbe morto ugualmente”. Le indagini avrebbero escluso il concorso di altro personale dell'ospedale.

29 novembre 2016
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