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Manovra e farmacie: preoccupazione per i posti di lavoro


Le organizzazioni dei farmacisti non titolari di farmacia protestano contro le possibili conseguenze del decreto 78/2010. E, in particolare contro la contrazione dei posti di lavoro che non solo aprirebbe la strada a forme di abusivismo professionale ma potrebbe anche ripercuotersi negativamente sullo sviluppo della farmacia dei servizi, voluta dallo stesso Governo
 

14 GIU - Due comunicati, a breve distanza l’uno dall’altro, portano l’attenzione sul problema dell’occupazione in farmacia, alla luce soprattutto delle allarmanti dichiarazioni che vengono dalla Federfarma, la Federazione dei titolari di farmacia, in merito alle conseguenze della manovra economica che potrebbero ripercuotersi soprattutto sui posti di lavoro dei circa 55 mila dipendenti delle farmacie private.
La prima nota la firma l’esecutivo della Fiafant, Federazione italiana dei farmacisti non titolari. Che, appunto, lancia un “grido di allarme”: “la manovra del Governo sulle farmacie” si legge infatti nelle prime righe, “la pagheranno i dipendenti e, soprattutto, i farmacisti collaboratori”.
Il reddito dei titolari, si afferma nella nota, resterà alla fine “invariato”: basterà “licenziare personale”. E sarà lo stesso sistema, secondo la Fiafant, a tutelare i titolari di farmacia: “i vincoli alla distribuzione delle farmacie sul territorio, fa si che le farmacie non debbano concorrere per professionalità” si osserva nella nota. “Basterà quindi che il titolare o un suo parente o amico, siano più presenti in farmacia per poter licenziare un farmacista. E va sottolineato che la stragrande maggioranza delle farmacie è al di sotto dei 15 dipendenti e, pertanto, non si applica l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori”.
Per ovviare a questo stato di cose la Fiafant chiede che, “a fronte di queste misure economiche” vengano adottati “meccanismi di controllo” attraverso i quali vigilare “sull’abusivismo professionale in farmacia” ma anche che sia “codificata e applicata una pianta organica del personale indispensabile, basata sui dati delle Unità sanitarie competenti sul territorio”. E, infine, “che si studi in tempi brevi un meccanismo diverso di remunerazione dei servizi in farmacia” che , grazie anche alle nuove pratiche professionali previste dalle norme sulla farmacia dei servizi, abbia un effetto  positivo sulla posizione dei dipendenti.
Alla voce della Fiafant si è affiancata quella del Coordinamento nazionale Associazioni farmacisti non titolari (Conasfa). E il tema è lo stesso: la “forte preoccupazione per il settore”. Vengono così invitate le rappresentanze professionali (con la Federazione degli Ordini in testa) e sindacali ad attivarsi  per evitare le conseguenze dell’ “effetto domino” del Dl 78/2010. prima tra tutte “il licenziamento di tanti farmacisti dipendenti”. Un’eventualità alla quale il Conasfa si dichiara “fermamente contrario” sia sul piano “del rispetto del lavoro, della professionalità e della dignità del farmacista”. Ma anche su quello della possibilità di realizzare quanto previsto dalla legge 69/2009, quella cioè sullo sviluppo dei servizi sanitari offerti dalla farmacia sul territorio. La manovra economica, al contrario, rischia di “incrementare l’abusivismo professionale con conseguente danno per la salute dei consumatori”.

14 giugno 2010
© Riproduzione riservata

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