Tratta esseri umani. Progetto Ibm, Western Union e Polizia europea
Le tre realtà si scambieranno dati al fine di poter individuar, prima che si verifichi, una potenziale tratta di esseri umani. Porre fine a schiavitù e lavoro forzato in tutto il mondo è uno degli obiettivi 2030 dell’Onu
22 OTT -
(Thomson Reuters Foundation) – Condividere dati economici che potrebbero essere in grado, in futuro, di prevedere la tratta di essere umani prima che si verifichi. È questo il senso dell'accordo stretto tra Ibm Western Union e la Polizia Europea.
La condivisione dei dati consentirà di raccogliere informazioni sul denaro che circola in tutto il mondo, confrontandole con i modi in cui i trafficanti spostano i loro guadagni illeciti, evidenziando eventuali traffici.
Raccolta dati, strumenti digitali e moderne tecnologie sono le ultime armi messe in campo contro la tratta degli essere umani, che secondo le stime dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha un giro d'affari di 150 miliardi di dollari l'anno. Le Nazioni Unite hanno fissato come obiettivo il 2030, per porre fine a lavoro forzato e schiavitù moderna in tutto il mondo e contano 40 milioni di persone ridotte in schiavitù.
Per confrontare i dati, il progetto si avvarrà di servizi
cloud, internet e intelligenza artificiale e apprendimento automatico. Così, secondo gli organizzatori, il sistema sarà in grado, un giorno, di prevedere la tratta prima che questa si verifichi.
Fonte: Thomson Reuters Foundation
(Versione italiana per Quotidiano Sanità)
22 ottobre 2018
© Riproduzione riservata
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