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Mattarella concede la grazia a due anziani che avevano ucciso le mogli malate di Alzheimer


Il Capo dello Stato ha concesso la grazia ai due pensionati toscani che, in un caso nel 2007 e nell'altro nel 2016, avevano ucciso la moglie malata da tempo. Il presidente della Toscana Rossi plaude a un "gesto di grande umanità e responsabilità" che però "è anche un’accusa alla società e alle istituzioni per non aver fatto abbastanza, per avere lasciato nella disperazione e nella solitudine chi aveva bisogno di aiuto".

16 FEB - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato - ai sensi di quanto previsto dall'art. 87 comma 11 della Costituzione – tre Decreti di concessione della grazia in favore, rispettivamente, di Franco Antonio Dri, nato nel 1941, di Giancarlo Vergelli, nato nel 1931, e di Vitangelo Bini, nato nel 1930. Gli atti di clemenza individuale hanno riguardato il residuo della pena della reclusione ancora da espiare (circa tre anni e sei mesi per Dri, cinque anni e sei mesi per Vergelli e cinque anni e otto mesi per Bini).
 
Nel valutare le domande di grazia, in ordine alle quali il Ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria ha formulato avviso non ostativo, il Presidente della Repubblica ha tenuto conto dell’età avanzata dei condannati e delle precarie condizioni di salute dei medesimi, dei pareri favorevoli espressi dalle autorità giudiziarie nonché delle eccezionali circostanze in cui sono maturati i delitti, evidenziate nelle sentenze di condanna.
 
Così la nota stampa del Quirinale che l'altro ieri ha dato la notizia dei tre atti di grazia del Capo dello Stato. Ne parliamo perché, in particolare due di questi, si riferiscono a due casi (quelli riguardanti i signori Vergelli e Bini) ambedue condannati per aver ucciso le consorti tutte e due malate di Alzheimer da lungo tempo. Nel caso del signor Dri, invece, la grazia è stata concessa in riferimento alla condanna per aver ucciso il figlio tossicodipendente durante una lite.
 
Una scelta, quella del presidente Mattarella nei casi di Vergelli e Bini, che in qualche modo entra nel vivo di un tema mai risolto compiutamente come quello dell'assistenza ai malati in condizioni di particolare difficoltà. 
 
Ne coglie appieno la portata il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che ieri in un post su facebook parla di un "gesto di grande umanità e responsabilità" riferendosi alla grazia concessa al Capo dello Stato ai due anziani, per poi sottolineare come "allo stesso tempo questo atto di pietà è anche un’accusa alla società e alle istituzioni per non aver fatto abbastanza, per avere lasciato nella disperazione e nella solitudine chi aveva bisogno di aiuto".
 
"Quanto tempo dovremo ancora aspettare in Italia prima di istituire, finanziato dalla fiscalità generale progressiva, un fondo che garantisca a chi versa in condizioni di non autosufficienza e alle loro famiglie il diritto sacrosanto ad essere assistito e protetto?", si chiede poi Rossi, sottolineando come "questo sarebbe stato il modo migliore per festeggiare i quarant’anni del Servizio Sanitario Nazionale e completarne l’enorme significato di infrastruttura della solidarietà finalizzata a garantire l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla malattia".
 

16 febbraio 2019
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