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Circoncisione. Garante infanzia a Grillo: “Va individuato un regime tariffario che la renda accessibile a tutte le fasce di reddito”


L’Autorità in una lettera al Ministro della Salute interviene sulla pratica dopo i casi di cronaca degli ultimi mesi dove a causa di interventi ‘fai da te’ sono deceduti due bambini. “È necessario intervenire a tutela della salute di neonati e bambini che rischiano di riportare complicanze gravi, se non addirittura letali, per interventi praticati al di fuori delle strutture sanitari”. LA LETTERA

16 APR - L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza è intervenuta sulla circoncisione rituale con una nota di raccomandazione al ministro della Salute Giulia Grillo. “È necessario intervenire a tutela della salute di neonati e bambini che rischiano di riportare complicanze gravi, se non addirittura letali, per interventi praticati al di fuori delle strutture sanitarie. Mai più bambini morti per una circoncisione” dice la Garante Filomena Albano.
 
“La circoncisione rituale – prosegue – è un intervento chirurgico che ha un forte valore simbolico in determinati contesti culturali. Entrano in gioco diritti costituzionali come quello all’educazione e alla libertà religiosa. Ma la circoncisione deve essere praticata rispettando la salute dei bambini. Quindi, come ha anche raccomandato il Consiglio d’Europa, deve avvenire in strutture sanitarie, secondo le buone norme della chirurgia e a costi uniformi e accessibili su tutto il territorio. Va attuato quanto previsto dalla Convenzione di New York per assicurare il diritto alla salute e alle pari opportunità per ogni bambino”. In Italia, infatti, l’accesso è risultato essere disomogeneo tra Regione e Regione, anche sotto il profilo delle spese da sostenere da parte dei genitori. “Va individuato un regime tariffario che renda accessibile a tutte le fasce di reddito la circoncisione rituale” conclude la Garante.
 
L’Autorità ha infine segnalato “la necessità di definire indirizzi unitari per attivare campagne di sensibilizzazione rivolte ai genitori e alle comunità interessate nonché iniziative di informazione presso i servizi socio sanitari. Va favorita la presenza di un mediatore culturale nei presidi ospedalieri ove si pratichi la circoncisione. Sono da definire, sempre secondo la raccomandazione inviata oggi dall’Autorità garante, procedure standard di accesso e successivi controlli”.

16 aprile 2019
© Riproduzione riservata
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