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Epatite e curcuma. Federsalus: “Mancano ancora le evidenze, siamo a disposizione delle autorità”


L’Associazione rappresentativa delle aziende di integratori alimentari si è messa a disposizione delle autorità per accelerare le verifiche sui prodotti a base di curcuma, dopo la segnalazione da parte dell'Iss. "Ad oggi le Autorità non hanno identificato nessuna possibile causa degli effetti avversi". Federsalus ha quindi richiamato le Autorità al "principio legale di proporzionalità nelle disposizioni delle misure di sicurezza coerentemente alle evidenze disponibili".

28 MAG - A fronte della legittima preoccupazione sollevata dalla segnalazione al 24 maggio da parte dell’Istituto Superiore di Sanità di 12 casi di epatite colestatica acuta, non infettiva e non contagiosa, riconducibili al consumo di curcuma, FederSalus ha sollecitato le Autorità al rapido espletamento di tutte le verifiche necessarie, richiamandole al "principio legale di proporzionalità nelle disposizioni delle misure di sicurezza coerentemente alle evidenze oggi disponibili".
 
L’Associazione ritiene inoltre opportuno che il consumatore valuti con il proprio medico, in caso di trattamenti farmacologici concomitanti ed in relazione al proprio stato di salute, l’assunzione di prodotti con curcuma, rispettando le dosi consigliate ed ogni altra indicazione utile alla loro corretta assunzione.
 
"Ad oggi - spiega Federsalus in una nota - le Autorità non hanno identificato nessuna possibile causa degli effetti avversi; di contro, questa pianta è di tradizione e sicuro impiego alimentare, prevista ed ammessa dal Decreto Ministeriale 10/08/2018 per essere utilizzata negli integratori alimentari (parte 'rhizoma ed aetheroleum'). Anche il suo utilizzo come additivo alimentare (curcumina E 100) è stato giudicato sicuro dall’Autorità europea di sicurezza alimentare - EFSA - e previsto dalla legislazione europea (Reg. 1333/08)".

FederSalus ha inoltre comunicato che le aziende di produzione e commercializzazione di integratori alimentari stanno condividendo con le autorità di competenza tutti i dati utili alla tracciabilità dei prodotti ed alla possibile identificazione del rischio e stanno disponendo di ogni azione utile alla garanzia del consumatore.
 
L’Associazione, infine, alla luce delle criticità emerse nell’individuazione di tutti i numeri di lotto dei prodotti correlati ai casi segnalati (7 su 12) e della mancata notifica ad alcuni degli operatori coinvolti, ha comunicato la propria disponibilità a collaborare con le Istituzioni al fine di individuare le procedure utili a definire un sistema di vigilanza efficace.

28 maggio 2019
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