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Un consigliere di Johnson: “Il lockdown? La Gran Bretagna si è messa in un vicolo cieco”. E il Governo potrebbe tornare all’idea dell’immunità di gregge

di Marco Landucci

La chiusura del Paese non si sta rivelando una misura efficace di contenimento del COVID-19 e, soprattutto, sta producendo un effetto domino negativo sullo stato sociale, con l’aumento della disoccupazione, delle violenze domestiche e delle patologie mentali. È l’opinione che Graham Medley, professore della London School of Hygiene and Tropical Medicine e consulente senior del Governo britannico, ha espresso oggi in un’intervista al Times

04 APR - La Gran Bretagna è nel pieno dell’espansione epidemica (circa 42.000 casi accertati e 4.313 vittime), ma c’è chi mette in discussione l’efficacia delle misure restrittive adottate, facendo sostanzialmente un bilancio. Dopo un iniziale approccio ispirato alla filosofia del raggiungimento dell’immunità di gregge – teorizzata dal consigliere scientifico del Governo Sir Patrick Vallance - Boris Johnson, nel giro di pochi giorni, aveva fatto marcia indietro e si è sostanzialmente allineato alle posizioni di “chiusura” di Italia, Spagna e Francia.
 
Eppure, proprio all’interno dello staff che collabora con il Governo, c’è chi critica il “modello latino” del lockdown al quale Boris Johnson si è convertito dopo aver avallato la linea di Sir Vallance.
 
In un’intervista al Times di questa mattina, il consulente senior Graham Medley, professore della London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha sottolineato come la Gran Bretagna rischi di chiudersi in un vicolo cieco, con gravi conseguenze per l’economia e, soprattutto, senza una chiara exit strategy da una situazione - quella del lockdown – che può danneggiare il benessere psico-sociale di un intero Paese, con l’aumento delle violenze domestiche, disoccupazione e l’acuirsi delle patologie mentali.
 
In sole due settimane di lockdown, ricorda Medley, quasi un milione di persone hanno fatto domanda per avere assistenza sociale e i dati ufficiali mostrano che l'economia si sta avviando a una recessione che potrebbe essere peggiore della crisi negli anni '30 del 1900.
 
“Se andiamo avanti con il blocco guadagniamo tempo, ma non risolviamo nulla", ha detto Medley al Times. “La domanda, in termini generali, è questa: che cosa facciamo adesso? Continueremo a danneggiare i bambini per proteggere le persone vulnerabili?".
 
Considerazioni che riaprono la strada al discorso dell’immunità di gregge, che, secondo gli studiosi inglesi, è ottenibile quando il 60% della popolazione è raggiunto dal contagio.
 
Una posizione molto forte cui fa eco, sia pure con sfumature molto più morbide, quella di Neil Ferguson, che all’Imperial College di Londra insegna modelli matematici applicati alla biologia.
 
“Il picco potrebbe attivare entro una settimana o 10 giorni – dice Ferguson - e l’adesione alle regole imposte determinerà la rapidità con cui il tasso di infezione calerà successivamente”.
 
Ma, avverte, “entro la fine di maggio dobbiamo superare il lockdown, sostituendo alcune misure restrittive con altre basate sull’uso della tecnologie e della diffusione dei test”.
 
Per fare il punto della situazione, il premier Boris Johnson, che nel frattempo si è auto-isolato dopo essere risultato positivo al COVID-19, ha invitato i leader dell’opposizione a un briefing con i consulenti medici che si terrà nel corso della settimana prossima. “Abbiamo il dovere di lavorare insieme in questo momento di emergenza”, dice il nuovo leader del Partito Laburista, Keir Starmer.
 
Marco Landucci

04 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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