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Pma eterologa. Allarme del Tavolo tecnico Stato Regioni: “Oltre il 90% dei gameti arriva dall’estero. L’Italia promuova la donazione”  

di Endrius Salvalaggio

I Paesi da cui l’Italia ha più importato i gameti maschili nell’anno 2018 sono Spagna per il 59,78%, Danimarca per il 19,31%, Svizzera al 17,73%, Grecia e Repubblica Ceca per lo 0,25%, mentre per i gameti femminili i Paesi che hanno più contribuito al fabbisogno sono stati sempre la Spagna per il 91,80%, Grecia per il 7,82%, Svizzera 0,33% e Gran Bretagna 0,05%. IL DOCUMENTO DEGLI ESPERTI e LA LETTERA DELLE REGIONI A SPERANZA

19 GEN - Oltre il 90% dei gameti utilizzati per i cicli di PMA eterologa in Italia provengono dall’estero. A lanciare l’allarme il tavolo tecnico PMA Stato Regioni, coordinato dal Prof. Carlo Foresta, endocrinologo dell’Università di Padova. Gli esperti hanno infatti consegnato sul tavolo della Commissione Salute, il 16 dicembre scorso, un documento che analizza il settore evidenziando tutte le problematiche relative al reperimento per la fecondazione eterologa.
 
Nel documento di analisi si legge che dal 2016 al 2019 c’è stata una crescente richiesta di procedure di fecondazione eterologa, ma le donazioni, sia maschili che femminili, in Italia sono veramente esigue. Tanto che è con l’importazione dei gameti che si riesce circa il 95% del fabbisogno nazionale dei cicli di PMA eterologa.
 
I Paesi da cui l’Italia ha più importato i gameti maschili nell’anno 2018 sono Spagna per il 59,78%, Danimarca per il 19,31%, Svizzera al 17,73%, Grecia e Repubblica Ceca per lo 0,25%, mentre per i gameti femminili i Paesi che hanno più contribuito al fabbisogno sono stati sempre la Spagna per il 91,80%, Grecia per il 7,82%, Svizzera 0,33% e Gran Bretagna 0,05%.

La causa dello scarso contributo interno potrebbe essere legata, secondo gli esperti del Tavolo, alla  “completa mancanza” in Italia di una campagna di comunicazione inerente la donazione dei gameti “e, soprattutto, non è stata individuata alcuna forma di incentivo alla donazione, nel rispetto delle normative che regolano la donazione di cellule e tessuti ed escludono qualsiasi forma di indennizzo economico”. Nel documento si spiega, ad esempio, come nei paesi da cui vengono acquisiti gli ovociti è stata stabilita una forma di rimborso per le donatrici: in particolare in Spagna tale riconoscimento, stabilito per legge a livello nazionale, è pari a circa 900 euro.

La cessazione, nell’aprile 2014, del divieto alla fecondazione eterologa in Italia, osservano gli esperti italiani di Pma, “ha determinato importanti variazioni nell’attività di molti centri, che hanno dovuto riorganizzare la loro attività per poter effettuare questa procedura. La caduta del divieto tuttavia si è comunque innestata in un quadro normativo di riferimento pensato per trattamenti di PMA omologa, che ha richiesto integrazioni e adattamenti, in particolare per ciò che riguarda le modalità organizzative e inoltre quelle per la selezione dei donatori e i criteri per la donazione. I Centri, prevalentemente privati, che hanno voluto iniziare a offrire trattamenti di PMA eterologa, e qualche regione, che ha voluto offrire anche ai centri pubblici questa possibilità, si sono dovuti organizzare per il reperimento dei gameti con due possibilità: l’acquisizione da donazioni nazionali o l’importazione di gameti da Banche estere”.

Sulla base di queste considerazioni, il tavolo tecnico PMA Stato Regione propone: i) organizzazione di adeguate e mirate campagne di comunicazione; ii) attenta valutazione delle normative che regolano la donazione di cellule e tessuti, allo scopo di adattare l’applicazione delle stesse alla donazione dei gameti sulla base delle normative nazionali ed europee, iii) individuazione di forme di ristoro per le donazioni. Proposte che la Commissione Salute, coordinata da Lugi Gennesio Icardi, ha fatto arrivare al ministro della Salute Roberto Speranza.

“L’esiguità delle donazioni nazionali dei gameti - osserva il Prof Foresta - può essere messa in relazione alla mancata comunicazione alla donazione dei gameti e alla mancata individuazione di alcuna forma di incentivo nel rispetto delle normative che regolano la donazione di cellule e tessuti”.

Endrius Salvalaggio

19 gennaio 2021
© Riproduzione riservata

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