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Legge 194. Corte Costituzionale conferma diritto ad aborto


Per la Consulta è inammissibile la questione di legittimità costituzionale della 194 sollevata dal giudice di Spoleto. Gallo (Ass. Coscioni) “il giudice di Spoleto invece di fare giurisprudenza, ha voluto fare politica”, per gli esponenti del Pd, Turco e Marino la 194 è equilibrata e tutela donne 

20 GIU - Oggi pomeriggio è arrivata la decisione della Corte costituzionale che dopo la camera di consiglio ha dichiarato manifestamente inammissibile, la questione di legittimità costituzionale dell’art. 4 della legge 22 maggio 1978, n. 194, sollevata dal Giudice Tutelare del Tribunale di Spoleto in merito al caso di una ragazza di sedici anni che aveva chiesto di sottoporsi a interruzione volontaria della gravidanza senza il coinvolgimento dei genitori.
 
Le prime reazioni alla notizia sono state di Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’Associazione Luca Coscioni che in una nota ha dichiatato: “La decisione della Corte Costituzionale sull'incidente di costituzionalità sollevato dal Giudice di Spoleto, con una ordinanza di inammissibilità,  dimostra chiaramente la sua infondatezza. È una decisione che mi aspettavo perché il dubbio di legittimità costituzionale dell’art. 4 l.194 è infondato, già altre quattro volte la Corte Costituzionale ha emanato decisioni di inammissibilità su procedimenti sollevati da giudici tutelari in quanto la questione è completamente estranea alle loro funzioni, che devono di fatto autorizzare a decidere”.
 
La Gallo fa notare poi come, il giudice di Spoleto “di fatto è andato oltre il suo compito previsto dalla legge 194, e ha interpretato la decisione dei giudici di Strasburgo estrapolando concetti ad uso strumentale per attuare un attacco alla 194. La decisione della Corte di Giustizia non ha valore generale resa su una domanda di pronuncia pregiudiziale ex art. 267 Tfue circa la corretta interpretazione dell'art. 6, n. 2, lettera C) della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 luglio 1998 – 98/44/CE sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. Si riferisce unicamente al tema della brevettabilità degli embrioni umani. Tuttavia, anche se avesse avuto valore generale, nei suoi confronti avrebbero potuto essere richiamati i principi contenuti nella legge 194 e nella sentenza della Consulta n. 27 del 1975, secondo cui i diritti del concepito non ricevono tutela assoluta, poiché sono oggetto di valutazione comparativa con altri valori di rilevanza costituzionale (diritti della donna), rispetto ai quali, in determinate condizioni, sono destinati a soccombere”.
 
Quindi per la Gallo “il giudice di Spoleto invece di fare giurisprudenza avrebbe voluto fare politica, oltre i suoi compiti. La legge 194 è una buona legge che se applicata tutela i diritti delle donne e degli operatori sanitari. Purtroppo ultimamente stiamo assistendo a degli attacchi ideologici alla legge, si pensi all’aumento degli obiettori di coscienza e all’ennesimo ricorso alla Consulta. Tutto questo mette in pericolo i nostri diritti fondamentali, quali quello alla salute, per i quali noi radicali abbiamo tanto combattuto e continueremo a farlo. Ma la decisione di oggi chiarisce che la legge sull’aborto è intoccabile e deve essere garantito il servizio, pena il ricorso alle autorità giudiziarie. Obiettivo in termini di civiltà e tutela deve essere quello di far avanzare il riconoscimento dei diritti, non solo respingendo ogni attacco strumentale e mascherato alla 194, ma estendendo l'informazione sessuale e garantendo il legittimo all'IVG e alla RU486”.

Per Ignazio Marino senatore del Partito Democratico la “Consulta ha fatto bene” in quanto “la legge 194 rispetta la salute delle donne”. Il senatore del Pd ha poi aggiunto “Io sono dell'opinione che uno stato laico debba avere una legge sull’aborto. La Consulta ha preso una decisione saggia basata sulla qualità e l'equilibrio della legge 194, che rispetta e protegge la salute della donna. Più che cercare di abbattere una buona legge, sarebbe meglio porre attenzione ad altri elementi: viviamo in un Paese in cui manca purtroppo un progetto nazionale organico e strutturato di educazione alla sessualità responsabile, alla salute riproduttiva e alla contraccezione nelle scuole. A ciò si aggiunga la debolezza della medicina del territorio, sulla quale non si investe abbastanza: manca, nei fatti, da troppi anni una politica di potenziamento dei consultori che sono ormai poco piu' di 2000, circa 0,7 ogni 20.000 abitanti, mentre dovrebbero essere almeno 1 ogni 20.000. Elementi che rendono più incerta l'assistenza alle donne”.
 
“Bene la Consulta – ha dichiarato Livia Turco esponente del Pd alla Camera – dimostra ancora una volta che l'impianto della legge 194 è inattaccabile perché basata su un giusto equilibrio fra la scelta e la salute della donna e la tutela della vita”.

20 giugno 2012
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