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Consulcesi avvia un nuovo servizio per il “diritto all’oblio” per i sanitari danneggiati dalle informazioni che appaiono sul web


Secondo la società di consulenza professionale e legale per i sanitari sono moltissimi i medici e i sanitari che sarebbero danneggiati da informazioni che li riguardano accumulatesi negli anni sul web ma che ora possono essere rimosse in base alla norma sul diritto all'oblio. Ecco come fare. 

24 MAG - Secondo, Consulcesi, la società specializzata nella consulenza professionale e legale per i sanitari sono ben 9 medici su 10 ad essere in qualche modo danneggiati dalle informazioni che li riguardano presenti sul web.
 
E tutto a loro insaputa. La causa, spiega Consulcesi, è dovuta al meccanismo stesso che regola il web, “un’enorme mole di informazioni immagazzinate su un determinato professionista, nutrite da recensioni degli utenti, da acquisizione di registri pubblici e dati inseriti in maniera più o meno consapevole dai medici stessi. Internet comunica, ma non cancella ecco perché, molte volte, le informazioni vengono diffuse senza prima essere verificate”.
 
Anche durante la pandemia, sottolinea Consulcesi, “sono molti i medici che si sono trovati ad avere delle recensioni negative sul web. In alcuni casi, addirittura, molti professionisti della sanità hanno visto apparire il proprio nome tra le notizie relative ad una causa legale incorso, notizie pubblicate dalla stampa prima della sentenza e mai rimosse anche a fronte di una assoluzione”.

Da qui l'idea di un nuovo servizio legale per il “diritto all’oblio” e la rimozione di contenuti critici, falsi o scorretti che possano compromettere la professionalità dei camici bianchi.

Il diritto all’oblio è il diritto di una persona fisica, non giuridica, ad ottenere la deindicizzazione o la cancellazione di un link relativo alla notizia che la riguarda quando questa non riveste più interesse pubblico, soprattutto a causa del trascorrere del tempo. I dati personali possono essere infatti trattati solo per il tempo necessario a soddisfare lo scopo per il quale sono stati raccolti.

Il diritto all’oblio è previsto dall’articolo 17 del Regolamento UE 679/2016 (Gdpr) e nasce come evoluzione del principio sancito dalla sentenza della Corte di Giustizia europea del 13 maggio 2014. Il diritto all’oblio non è un diritto assoluto ma deve essere bilanciato con altri interessi in gioco, in particolare con il diritto all’informazione.

Dopo un’analisi gratuita dei contenuti, ed una attenta valutazione legale, il team di esperti elimina le notizie false, i commenti ingiuriosi, le informazioni lesive per l’immagine e i dati trattati illecitamente secondo la normativa vigente e il diritto all’oblio riconosciuto dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea.

24 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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