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Foresti (Teva): “In Italia non si vuole sviluppare il mercato del generico”


“Invece nei Paesi dove si usano di più i generici (Germania, Uk, Usa) si investe di più in ricerca”. Nello Martini è ottimista: “Si può uscire dalla crisi puntando sull’hi-tech”. Gustavino: “I prontuari regionali sono una follia”
 

03 LUG - "Meet the company". è questo il titolo di un ciclo di incontri, organizzati dalla rivista AboutPharma, per far meglio conoscere le aziende produttrici di farmaci e presidi sanitari.
E il primo di questi incontri, coordinato dal direttore di AboutPharma Walter Gatti, si è svolto ieri a Milano, nella sede  della Teva, l'azienda farmaceutica fondata in Israele nel 1901 e che oggi è la prima industria mondiale dei farmaci equivalenti, oltre che l'azienda farmaceutica che in Europa è al primo posto per volume di farmaci messi sul mercato.
Molto duro il giudizio di Giorgio Foresti sulle scelte politiche italiane: "Il decreto sulle liberalizzazioni è un aborto e dimostra che in Italia non si vuole sviluppare il mercato del generico, preferendo lasciare invariato lo stato delle cose. Il generico viene utilizzato come un grimaldello, consentendo allo Stato di tenere bassi i prezzi di rimborso, ma lasciando poi che la fetta maggiore del mercato resti alle aziende branded”. Ed infatti in Italia i farmaci equivalenti coprono solo il 15% del mercato farmaceutico, mentre ad esempio in Germania sono circa il 50% dei medicinali venduti.
Non si è sottratto alle critiche il senatore Claudio Gustavino, esponente dell’Udc e autorevole membro della XII Commissione Igiene e Sanità. “Oggi è necessario che i sistemi sanitari si reinventino – ha detto Gustavino – e poiché il Servizio sanitario italiano è figlio della politica, di una scelta politica, è la politica che deve trovare l’intelligenza per prendere decisioni che salvaguardino il bene di tutti al di là degli interessi particolari”. E invece, ha detto ancora il senatore, la politica mostra ancora di essere incapace di fare questo: “Siamo pazzi: lasciamo ad esempio che le Regioni decidano sul prontuario farmaceutico”.
Molto ampio l’intervento di Nello Martini, oggi direttore scientifico dell’Accademia nazionale di medicina, che ha tenuto una vera lectio magistralis sul sistema del farmaco in Italia e nel mondo. “Il sistema europeo sta andando in crisi, rispetto agli Usa e al polo dei Bric – ha detto Martini – ma dalla crisi si può uscire dando stabilità alle norme che regolano il settore, garantendo l’unitarietà del sistema e puntando sull’hi-tech”. Dopo l’ondata di brevetti in scadenza dei farmaci chimici, che si è verificata in questi anni e si sta ora esaurendo, ora stanno per andare in scadenza di brevetto i farmaci biosimilari, ha ricordato Martini, sottolineando come questa possa essere una grande occasione per liberare risorse a favore dei farmaci innovativi, che oggi coprono appena l’1,3% della spesa sanitaria complessiva. E tra gli interventi da mettere in programma, Martini ha ricordato anche la necessità di rivedere la modalità di “retribuzione” dei farmacisti, che non può continuare ad essere proporzionale al costo del farmaco, ma deve legarsi piuttosto all’atto della distribuzione.
La seconda parte dell’incontro si è concentrata sulla realtà aziendale di Teva, che va ben oltre la produzione di farmaci generici o equivalenti, coprendo ora anche l’area dei prodotti di ricerca e a marchio. Un segmento particolarmente attivo è quello dei farmaci contro la sclerosi multipla, sviluppato attraverso una collaborazione con il gruppo di neurologi guidati dal professor Giancarlo Comi al San Raffaele di Milano, che ha dapprima impiegato il copaxone, oggi tra i farmaci più utilizzati nel mondo per la sclerosi multipla, e che ha portato a mettere a punto il laquinimod, un farmaco attualmente in fase di registrazione, che dovrebbe essere disponibile in Italia entro l’anno. “Il futuro e la vera innovazione nella lotta alla sclerosi multipla passa anche attraverso la farmaco genomica - ha sottolineato Comi, direttore del Dipartimento Neurologico e dell’Istituto di Neurologia Sperimentale presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – e l’obiettivo è di arrivare a cure su misura del singolo paziente ed è per questo che è in corso un importante studio, cui partecipa anche l’Italia, per mettere a punto un test genetico che indirizzi il medico nella scelta della terapia più adatta al singolo malato”.
In evidenza anche l’area Woman’s Health, settore al quale Teva sta dedicando molta attenzione. “La ricerca – ha spiegato Angelo Cagnacci, professore associato di Ostetrica e Ginecologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia – ha portato a una nuova pillola anticoncezionale innovativa con estradiolo, cioè l’estrogeno naturale prodotto dalla donna durante la vita fertile. Un contraccettivo con caratteristiche capaci di incontrare le principali attese delle donne da sempre attente a usare prodotti più vicini alla fisiologia naturale”.
Giorgio Foresti ha poi concluso l’incontro, rispondendo ad alcune domande poste da Andrea Cabrini, direttore di Class Tv, e da Eva Antoniotti, di Quotidiano Sanità. “Noi non andremo mai dai medici, perché non possiamo sostenere i costi degli informatori scientifici” ha detto Foresti rispondendo ad un quesito in merito alle recenti polemiche sulla “non sostituibilità” dei farmaci prescritti dai medici, ricordando come sia la stessa Aifa a garantire l’equivalenza dei farmaci, mentre le scelte di promozione dei generici possono essere invece compiute dalle Regioni.

03 luglio 2012
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