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Oncologia. Lorenzin (Pd): “L'approccio di Mef e Regioni deve cambiare”


L’ex Ministra della Salute: “L'innovazione scientifica con cui noi abbiamo a che fare non solo ci sta chiedendo di cambiare i sistemi regolatori e di trasformare i modelli organizzativi ma anche di cambiare l'approccio che abbiamo avuto negli ultimi 15/20 anni rispetto a cosa fa ogni singola Regione per garantire quell'accesso alle terapie”.

12 NOV - "Questa non è la prima sessione di lavoro che stiamo facendo sul cancro, abbiamo in questa sede avviato un percorso, è il quinto evento che facciamo su malattie croniche e cancro alla luce delle sfide che abbiamo di fronte, una parte di sfida ci arriva dal Covid, dall'altra parte abbiamo le grandi opportunità che ci si aprono con il Pnrr, dove sono previsti numerosi investimenti". Lo dice Beatrice Lorenzin coordinatore Health & Science Bridge del Centro Studi Americani e deputata del Pd.
 
"La sanità pubblica - spiega il senatore Antonio Misiani - deve essere messa in condizione di affrontare le sfide e di cogliere le opportunità della medicina che diventa medicina di precisione, una frontiera completamente nuova che ha bisogno di un adeguato investimento di risorse se vogliamo far fare questo salto di qualità alla scienza. Il Ministero ha presentato una bozza di riparto di una prima tranche di 8 miliardi di euro alle Regioni che andranno a finanziare una serie di obiettivi che sono scritti nero su bianco nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dopodiché il compito passerà alle Regioni. Imparare la lezione della pandemia deve poter dire voltare pagina rispetto a quello approccio di politica di bilancio, dobbiamo iniziare a considerare la sanità come una spesa di investimento, un investimento che aiuta lo sviluppo complessivo del Paese".
 
A sottolineare gli straordinari progressi dell'oncologia in questi anni interviene la senatrice Paola Binetti: “Oggi nessuno vuole più palpare la malattia, dobbiamo spingere il nostro sguardo oltre quello che si vede, ma per fare questo c'è bisogno di una strumentazione tecnologica sempre più sofisticata. Dobbiamo intervenire e investire moltissimo sul piano della diagnosi attraverso screening sofisticati che non si accontentino delle prime risposte ".
 
Grazie ai molecular tumor board dice il prof. Paolo Marchetti, responsabile scientifico FMP "non abbiamo solo migliorato l'associazione farmaco e mutazione, quello che abbiamo capito è come mettere insieme moltissime informazioni e capire se ci sono meccanismi di resistenza per un determinato trattamento o bersaglio molecolare e se c'è l'opportunità di utilizzare l'immunoterapia o modificare una scelta di trattamento chemioterapico. Tutto questo significa che i dati non sono così immutabili come ci sembrano".
 
Un tema molto importante resta però il cambio di approccio da parte delle Regioni che afferma in conclusione dell'evento Beatrice Lorenzin: "deve essere accompagnato da un cambio di approccio anche del Mef, perchè se attraverso i molecular tumor board il paziente è gestito da un pool che decide una particolare procedura, è evidente che non può sottostare alle regole del trasferimento del paziente, significa pure che entriamo in un'ottica diversa in cui dobbiamo garantire a tutti le terapie migliori, ma con una logica più nazionale e diversa rispetto alla logica che abbiamo avuto fino ad adesso della mobilità attiva e modalità passiva. L'innovazione scientifica con cui noi abbiamo a che fare non solo ci sta chiedendo di cambiare i sistemi regolatori e di trasformare i modelli organizzativi ma anche di cambiare l'approccio che abbiamo avuto negli ultimi 15/20 anni rispetto a cosa fa ogni singola Regione per garantire quell'accesso alle terapie”.

12 novembre 2021
© Riproduzione riservata

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