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Modena. Non erano iscritti all'Ipasvi: 73 infermieri condannati per abuso di professione. L'Asl: “Non è in discussione la loro professionalità”. AADI: “Solo un disguido burocratico”

Il mancato pagamento della quota di iscrizione al Collegio professionale è costata a questi infermieri una condanna del Tribunale di Modena. Ma in loor difesa sischierano l'Ausl di Modena e l'Avvocatura di diritto infermieristico. Sul tavolo il valore abilitante o meno della sola laurea infermieristica.

03 MAR - Il Tribunale di Modena ha condannato 73 infermieri in servizio presso gli ospedali modenesi per abuso di professione. Per l'AADI (Avvocatura di diritto infermieristico) la condanna è frutto però solo di una questione burocatico/amministrativa. "Tutti all'atto dell'assunzione avevano i requisiti per esercitare in modo legittimo la professione di infermiere", sottolinea infatti l'Ausl di Modena, che aggiunge come "la questione contestata, è ininfluente rispetto alla preparazione e capacità di svolgere l'attività di assistenza da parte delle persone interessate dal provvedimento."

"Si tratta - aggiunge l'Ausl - di un requisito, l'iscrizione all'IPASVI, che sembrerebbe essere venuto meno successivamente all'assunzione. Alla luce di quanto accaduto, i fatti risalgono al 2011, in collaborazione con gli infermieri e l'IPASVI, già in passato si sono poste in essere azioni volte ad eliminare queste incongruenze".
 
"La norma a cui si fa riferimento - sottolinea in proposito l'AADI (Avvocatura di diritto infermieristico) - è una legge che avrebbe dovuto stravolgere l’attuale assetto normativo e statutario del collegio degli infermieri (IPASVI), che come espressamente indicato nella stessa legge, avrebbe visto trasformarsi finalmente in Ordine il collegio degli Infermieri, permettendo cosi ai propri associati di poter esercitare anche la libera professione (pur essendo dipendenti pubblici) un po’ come avviene per i medici, ma che in realtà non è mai stata applicata poiché mancante dei decreti attuativi che la potessero rendere a tutti gli effetti operativa".
"Non vi è dunque un abuso della professione - secondo l'AADI - perché la laurea triennale in infermieristica è di per sé titolo abilitante, la professione e l’eventuale iscrizione al collegio è riferibile solo a coloro che decideranno di svolgere la loro professione come liberi professionisti al di fuori delle aziende ospedaliere o delle cliniche private convenzionate con il Ssn". 

Marzia Caposio

03 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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