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Emilia Romagna. I detenuti realizzano due guide su salute e genitorialità in carcere

Stampati in 3.300 copie e tradotti in 5 lingue, i due opuscoli contengono consigli scritti dai detenuti per i detenuti. A fornire informazioni e indicazioni anche il personale della Ausl di Parma, che ha promosso il progetto insieme all’Amministrazione Penitenziaria. L’opuscolo sulla Salute e quello sulla Genitorialità

11 MAG - Si intitolano “La salute dentro. Prenditi cura di te” e “Il genitore detenuto non è per questo un cattivo genitore ed è il genitore con cui il figlio dovrà fare i conti per crescere”  le due guide create dai detenuti per i detenuti allo scopo di dare informazioni su due argomenti importanti per chi vive l’esperienza del carcere: come prendersi cura della propria salute e come essere genitore, nonostante la difficile condizione di vita. I due opuscoli, realizzate con l'aiuto del personale dell'Ausl di Parma, sono il risultato del progetto promosso dall’Ausl di Parma e dall’Amministrazione Penitenziaria, con il contributo di Fondazione Cariparma, e durato più di tre anni. Oltre 100 i detenuti coinvolti, che si sono raccontati e confrontati su argomenti anche delicati e difficili, 10 gli operatori dell’Ausl che li hanno coordinati, di cui 6 mediatori culturali provenienti da diversi Paesi.

I due opuscoli, spiega una nota diffusa dall’assessorato alla salute della Regione Emilia Romagna, “sono parte del più ampio progetto ‘La promozione del benessere psicofisico negli Istituti Penitenziari di Parma’” creato per “per orientare ad una migliore gestione delle condizioni generali di vita di coloro che vivono l’esperienza della detenzione.  L’obiettivo è quindi di far acquisire consapevolezza e responsabilità alla popolazione detenuta (circa 1.100 persone all’anno) nella promozione della salute e favorire condizioni di benessere, riducendo quindi il disagio psico-fisico, episodi di autolesionismo e il rischio suicidario”. Stampati in 3.300 copie complessive e tradotti in 5 lingue (rumeno, albanese, inglese, francese e arabo), da oggi gli opuscoli  sono a disposizione dei detenuti e rappresentano un pratico strumento che può aiutare a trascorrere il tempo della detenzione, guardando avanti, oltre le sbarre, per iniziare a ricostruire il proprio futuro.  

Le due guide

LA SALUTE “DENTRO”: PRENDITI CURA DI TE – consigli e testimonianze per una vita sana
“Mantenersi in salute vuol dire guardare al futuro e non ancorarsi al passato, ma senza dimenticarlo”. Questa frase, riportata all’inizio dell’opuscolo, sintetizza il senso del lavoro fatto. Antonio, Roberto, Cristian, Giuseppe, Iliya, Bogdan, Maher, Maurizio, Balig, William, Angelo, Luca, Alberto, Aleksander, Albi, Maghdi,  Francesco illustrano come ci si può sentire durante la detenzione, quali sono i bisogni, le paure. Il loro racconto è intervallato dai consigli dei professionisti dell’Ausl che spiegano alcune semplici regole sull’igiene personale, ambientale ed alimentare, sull’importanza di mantenere la mente occupata ed in salute, sulla corretta assunzione di farmaci. Da non dimenticare, poi, che in carcere occorre stare, in modo forzato, con sconosciuti in spazi limitati. Ecco allora che una parte della guida è dedicata alla convivenza, a come gestire le relazioni ed eventuali atteggiamenti aggressivi. Nell’ultima parte della guida, infine, si è scelto di lanciare un messaggio positivo e di speranza: guardare avanti, oltre le sbarre, si può. In tal senso, alcune persone hanno lavorato su di sé con la psicologa e raccontano il risultato del percorso fatto.

IL GENITORE DETENUTO non è per questo un cattivo genitore ed è il genitore con cui il figlio dovrà fare i conti per crescere
Essere padre e detenuto richiede di affrontare diverse questioni: come superare il timore di trasmettere un’immagine negativa di sé e comunicare ai propri figli la condizione di carcerato, come mantenere stabili e regolari colloqui con i  figli e la  famiglia, come gestire il rapporto quando arriva il fine pena. Giuseppe, Mario e Ahmed, nella guida, raccontano la propria esperienza, mediata dagli operatori dell’AUSL che diventa così un utile riferimento per chi legge. Le difficoltà del padre recluso sono ancora più complesse nel caso in cui sia anche straniero e debba quindi confrontarsi con il fatto che i figli crescano in un ambiente socio-culturale differente dal suo. Una difficoltà questa che diventa anche conflitto se i due genitori non appartengono alla stessa cultura. Anche questo opuscolo si chiude con un messaggio positivo: si può essere buoni genitori anche dal carcere. La testimonianza di chi si è raccontato conferma come i padri detenuti continuino ad avere un ruolo fondamentale all’interno del rapporto genitoriale.

 

11 maggio 2015
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