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Emilia Romagna. Tempi d’attesa troppo lunghi? La Regione: “Assolutamente no. Attenzione a come si leggono i dati”

Il Responsabile del Servizio Assistenza Territoriale dell'Emilia Romagna Antonio Brambilla interviene sui dati diffusi ieri dal nostro giornale. "Occorre considerare la mediana o la percentuale di richieste soddisfatte. I giorni massimi di attesa potrebbero essere riferiti a strutture dove operano professionisti altamente qualificati e quindi molto richiesti".

14 MAG - “Le performance riguardanti i tempi di attesa per le prime visite specialistiche in Emilia Romagna sono nella stragrande maggioranza buone: i dati vanno infatti interpretati in modo corretto, altrimenti si corre il rischio di stravolgere la realtà”. Per questo Antonio Brambilla, responsabile del Servizio di Assistenza territoriale della Regione Emilia Romagna, interviene per fare alcune precisazioni in merito ai dati pubblicati dalla Regione che, per esempio, parlano di tempi massimi di attesa anche di 700 giorni per una visita oculistica.

“Per un’interpretazione corretta dei tempi di attesa – spiega Brambilla – occorre considerare la mediana dei giorni di attesa o, meglio ancora, la percentuale di richieste soddisfatte. Assolutamente sbagliato è invece considerare solo il tempo massimo di attesa: valori molto alti potrebbero infatti essere riferiti a specifiche strutture presso le quali operano professionisti altamente qualificati che rendono le strutture molto richieste dai cittadini. Bisogna quindi fare molta attenzione a non confondere le performance dell’Ausl con i tempi di attesa di una singola struttura”, ribadisce Brambilla.
 
Brambilla segnala che, in Emilia Romagna, l’erogazione dell’assistenza specialistica è organizzata in ambiti territoriali (“ambiti di garanzia”) all’interno dei quali deve essere garantito il rispetto degli standard previsti dala normativa nazionale (30 giorni per le visite e 60 giorni per la diagnostica strumentale). Per facilitare l’accesso ai servizi dei cittadini, gli ambiti di garanzia per le visite corrispondono geograficamente ai distretti sanitari: per esempio, per gli assistiti che vivono nel Distretto Città di Bologna (che corrisponde alla città di Bologna), le visite devono essere garantite entro gli standard presso le strutture sanitarie della città e non necessariamente presso altri Distretti.

Inoltre “in Emilia-Romagna, qualora non vi sia la possibilità di prenotare la visita entro i limiti previsti, l’Azienda USL attiva un cosiddetto 'percorso di garanzia' che indirizza il paziente in un’altra struttura in grado di garantire i tempi di attesa. Non solo: in Emilia Romagna le visite di urgenza vengono erogate entro 24 ore, quindi in tempi più ristretti rispetto alle 72 ore previste a livello nazionale, mentre le prestazioni per situazioni differibili, ma con rischio di aggravamento in tempi brevi, vengono erogate entro 7 giorni contro i 10 giorni previsti a livello nazionale”.

Il responsabile del Servizio di Assistenza territoriale della Regione Emilia Romagna sottolinea inoltre come dalle rilevazioni più recenti sia emerso un significativo miglioramento delle performance dell’Ausl di Bologna. “Una rilevazione estemporanea effettuata il 12 maggio ha permesso di verificare che un residente di Bologna avrebbe aspettato solo 13 giorni per una visita oculistica presso le strutture sanitarie della città: un valore inferiore allo standard . Stessi risultati per i residenti dei territori limitrofi a Bologna,  che avrebbero potuto effettuare le visite tra il 25 e il 27 maggio, dunque ben al di sotto dello standard nazionale.

Per non lasciare spazio alle interpretazioni sbagliate, Brambilla spiega anche un altro dato apparentemente in contraddizione: l’attesa mediana all’Ausl di Rimini per una visita oculistica è di 20 giorni, tuttavia la percentuale di richieste soddisfatte entro gli standard è 58. “Questo significa che il 58% delle visite è effettuato entro 30 giorni e che il restante 42% di visite viene garantito poco dopo la soglia di 30 giorni, quindi entro 31, 32 o 35 giorni”.

Brambilla sottolinea infine “l’opera di trasparenza” messa in atto dall’Emilia Romagna con la pubblicazione di questi dati, attualmente raccolti tramite rilevazioni effettuate ogni 4 mesi su una settimana indice o, come nell’ultimo caso, con una rilevazione estemporanea. E annuncia che “entro il 2015 sarà pronto un software in grado di garantire rilevazioni in tempo reale”.

14 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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