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Farmaci. I cittadini temono le interazioni e assunzioni eccessive, ma poi scelgono il “fai da te”

E' quanto emerge dallo “Studio sull'intercettazione delle interazioni farmacologiche nelle farmacie di comunità” realizzato da Federfarma Modena e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. E i pazienti chiedono di acquisire maggiore consapevolezza sulle terapie alle quali sono sottoposti.

12 GEN - È complesso e ambivalente il rapporto fra i pazienti e farmaci. Da una parte, infatti, tra cittadini c'è spesso il timore di essere sottoposti ad un eccessivo carico terapeutico con possibili interazioni, dall’altro risulta molto diffuso “il fai da te” nel modificare le indicazioni del medico o nell’assumere  autonomamente ulteriori prodotti, a fianco di terapie complesse, senza considerare le potenziali interazioni negative che possono intervenire. È quanto emerge dallo “Studio sull'intercettazione delle interazioni farmacologiche nelle farmacie di comunità”, ideato da Federfarma Modena e Unimore - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, e ormai giunto agli ultimi giorni di raccolta dei dati.

Una anticipazione dei risultati, sulla base di un campione delle informazioni fornite dai cittadini, è però già stata possibile.“Emerge in generale nei pazienti – spiega Federfarma Modena - l'interesse ad acquisire maggiore consapevolezza delle terapie alle quali sono sottoposti e altrettanta disponibilità a discutere di questi aspetti con il farmacista, alla cui figura professionale è attribuito un importante ruolo di consulenza”.

Quanto al fai da te, rappresenta un aspetto abbastanza comune la tendenza ad assumere, in assenza di controllo, integratori, nutraceutici, prodotti naturali e farmaci da automedicazione, in concomitanza a multiterapie. “Manca infatti talvolta nei pazienti la consapevolezza che questi prodotti, sebbene siano di libero acquisto, hanno valore curativo e possono incidere fortemente sulla salute e intervenire sulla riuscita di altre terapie importanti già in uso”.

Lo studio mette inoltre in evidenza l’importanza della costruzione di un rapporto sinergico fra medico e farmacista, in una collaborazione in rete per una assistenza sanitaria sul territorio costruita, nel rispetto delle competenze, nell'interesse del malato. “La farmacia –commentano Silvia Lodi e Lorenzo Di Maria, farmacisti impegnati nella raccolta dati - avrebbe le potenzialità per rappresentare un “hub” di convergenza per un supporto professionale al paziente e complementare al medico curante, e monitorare l’andamento di terapie complesse e consumi sporadici, fornendo le informazioni utili ad acquisire più consapevolezza nell'uso di prodotti farmaceutici”.

“Lo studio che finora si è sviluppato all'interno delle farmacie, ma che proseguirà con l'analisi dettagliata dei dati da parte di Unimore – ha spiegato Silvana Casale, Presidente di Federfarma Modena -  sta per ora portando alla luce una serie di situazioni e comportamenti diffusi nei pazienti che dimostrano l'importanza della relazione e della consulenza qualificata del farmacista. Accanto a ciò, aspetti quali la facile accessibilità  della farmacia e la sua distribuzione sul territorio costituiscono la chiave per costruire quella sanità , in cui queste dinamiche possono venire adeguatamente gestite con professionalità. Ciò in evidente contrasto con l'idea che farmaci, fitoterapici ed integratori siano prodotti commerciali paragonabili a qualunque altro e che quindi il loro utilizzo in assenza di monitoraggio non abbia ricadute sulla salute pubblica”.

Il progetto
Lo “Studio sull'intercettazione delle interazioni farmacologiche nelle farmacie di comunità”, è il progetto che lega Federfarma Modena e Unimore - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, per la raccolta e l’analisi dei dati relativi all’interazione fra farmaci. L'indagine, fra le prime in Italia per il coinvolgimento delle farmacie territoriali nella raccolta diretta dei dati, nasce dalla consapevolezza che il problema delle interazioni cresce con l'aumentare dei prodotti farmacologici assunti: si calcola infatti che le reazioni avverse siano responsabili del 5 percento dei ricoveri ospedalieri, in coloro che sono sottoposti a trattamenti multiterapici.
Alle 34 farmacie Federfarma Modena è stato messo a disposizione Interactions Explorer©, database ideato dal Marco Venuta, docente di psicofarmacologia presso Unimore, strumento costantemente aggiornato e dotato di una mole ingente di dati sulle interazioni farmaco con farmaco e farmaco con altro principio attivo. Davanti all’eventuale alert fornito dal programma il farmacista, in caso di rischio per la salute, segnala il problema al medico di famiglia.


12 gennaio 2016
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