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Emilia Romagna. Farmacie in stato di agitazione: “Regione rispetti l’accordo 2014 sulla distribuzione per conto”

Federfarma e Assofarm incontreranno l’assessore alla Sanità con l'obiettivo di dare attuazione all'accordo, "o sarà sciopero". Dito puntato anche contro la Legge n. 2/2016: “Abolendo la reperibilità diurna per le farmacie dei piccoli comuni da una parte costringe il farmacista a sostenere orari di lavoro pesantissimi”.

14 APR - Le farmacie private e pubbliche della regione Emilia Romagna sono sul piede di guerra. Anche se “confidano nell’incontro del 22 aprile con l’assessore per evitare la dichiarazione di stato di agitazione su tutto il territorio regionale con una serie di proteste che culmineranno con la chiusura delle farmacie private, dalle 8.30 – alle 12.30, il 5 maggio e la sospensione dei servizi da parte di quelle pubbliche”. Ad affermarlo sono, in una nota, Federfarma ed Assofarm dell’Emilia Romagna. La ragione della protesta è “il mancato rispetto, da parte di molte Aziende Sanitarie della regione, dell’accordo regionale sulla distribuzione dei medicinali delle Asl da parte delle Farmacie (DPC, distribuzione per conto in alternativa alla distribuzione diretta), sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna, Federfarma e Assofarm il 24 giugno 2014 e l’entrata in vigore della L.R. n. 2/2016. Si tratta di un accordo a costo zero per il Servizio Sanitario - nessun onere aggiuntivo per la Regione - e con evidenti benefici e risparmi per la collettività che, trovando nella farmacia territoriale tutti i farmaci di cui necessita, non deve più sottostare agli spostamenti e accessi ridotti che gli impone la distribuzione diretta praticata dalle Asl”, spiegano le due associazioni di farmacisti

L’obiettivo dell’accordo, proseguono, “era sposare il potere contrattuale delle Asl nell’acquisto dei farmaci con la capillarità territoriale delle farmacie e lo stesso accordo riporta che laddove è stato interamente applicato, ovvero dove la Distribuzione Diretta è stata completamente trasformata in Distribuzione per Conto ‘ha dato esito estremamente positivo’ in termini di risparmi di costi e di qualità di servizio e una garanzia di assoluta trasparenza della spesa”.

“La nostra protesta – afferma Domenico Dal Re, presidente di Federfarma Emilia Romagna – è a favore del cittadino che merita una qualità di servizio che solo l’applicazione dell’accordo è in grado di garantirgli. E ancora oggi – continua Dal Re – le nostre farmacie non comprendono i motivi di questa mancata applicazione dell’accordo, soprattutto non accettano più che, in alcune Asl, si boicotti un accordo che non costa nulla al SSN e ha evidenti risparmi per i cittadini. Di fatto – conclude Dal Re – le Asl  andando contro l’accordo danneggiano sia i cittadini che le farmacie”.

Inoltre, spiegano Federfarma ed Assofarm nella nota, “la nuova Legge Regionale n. 2 del 3 marzo 2016 al danno aggiunge la beffa: abolendo la reperibilità diurna per le farmacie dei piccoli comuni, da una parte costringe il farmacista a restare in farmacia a battenti aperti con evidenti rischi per la propria incolumità e sostenere orari di lavoro pesantissimi, dall’altra le ASL, aumentando la DD, svuotano la farmacia della sua principale funzione che è quella di distribuire i farmaci sul territorio e costringono i cittadini a spostarsi anche di 20-30 km dei per reperire i farmaci. In definitiva, Federfarma e Assofarm si chiedono: che senso ha una farmacia aperta per offrire i servizi di prenotazione, molto graditi alla cittadinanza, senza poter fornire i farmaci di cui hanno bisogno? Ricordiamo che la DPC in Emilia Romagna è di fatto la Distribuzione Diretta fatta tramite le farmacie alla remunerazione più bassa d’Italia”.
 
“Assofarm – dichiara Ernesto Toschi, presidente Assofarm Emilia Romagna – da molto tempo, ha fatto presente in sede regionale e locale che l’accordo sulla DPC che prevedeva un calo sensibile della distribuzione diretta da parte delle ASL ed un aumento della DPC finanziato con il risparmio attenuto attraverso l’acquisto diretto di alcuni  farmaci in convenzionata non veniva rispettato, provocando danni soprattutto all’utenza. Abbiamo cercato di spiegare il comportamento scorretto di alcune ASL locali, praticato con il silenzio compiacente della regione, alle forze amministrative e politiche regionali senza alcun risultato. A questo punto abbiamo deciso, insieme ai Farmacisti privati, di mettere in atto forme pubbliche di protesta a cominciare dall’informare l’opinione pubblica”.

“Inoltre – conclude  Dal Re –  non è più accettabile che un cittadino che abita sul lato sinistro di una strada reperisce, comodamente in farmacia, i farmaci di cui ha bisogno mentre il dirimpettaio, appartenente ad altra Asl,  deve fare oltre 20 km per raggiungere l’ospedale e ottenere i farmaci: è necessaria una maggiore omogeneità di comportamento su tutto il territorio regionale”.

Le Farmacie di Federfarma e di Assofarm, che “attendono risposte dal luglio 2015, ovvero dalla scadenza del primo anno dell’accordo”, invitano l’Assessore regionale alla Sanità a “mantenere l’impegno di portare avanti l’accordo che prevede il superamento della Distribuzione Diretta in modo omogeneo su tutto il territorio regionale”.

In Emilia Romagna, Federfarma e Assofarm associano rispettivamente 961 e 200 farmacie.

14 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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