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Bologna. Botta e risposta tra sindacati e aziende sanitarie sugli operatori persi e non sostituiti

Per Cgil, Cisl e Uil in tre anni sono almeno 500 gli operatori sanitari persi, sostituiti solo per un quarto a causa del blocco del turnover. Le Aziende sanitarie dell’area metropolitana di Bologna replicano: nel 2015 sono state assunte circa 230 unità di personale del comparto sanitario e negli ultimi due anni è stato ridotto drasticamente il ricorso al lavoro interinale. 

14 GIU - Ieri i sindacati avevano lanciato l’allarme sulla sanità bolognese. Per Cgil, Cisl e Uil in tre anni sono almeno 500 gli operatori sanitari persi, sostituiti solo per un quarto a causa del blocco del turnover. Ma Ausl e Sant’Orsola, sempre secondo i sindacati, potrebbero spendere molto di più per il personale, stando ai vincoli di bilancio previsti per legge.
 
Oggi arriva la replica delle Aziende sanitarie dell’area metropolitana di Bologna. “Il piano assunzioni dell’Azienda Usl di Bologna, relativo ai primi nove mesi del 2016 – precisa una nota - è stato presentato ai Sindacati lo scorso 7 aprile e condiviso, successivamente, anche con la Regione. Nella predisposizione del piano l’Azienda ha tenuto conto delle indicazioni regionali che fissano all’80% la percentuale di personale a tempo indeterminato sostituibile”.

Nel dettaglio, si riferisce, nel 2015 sono state assunte circa 230 unità di personale del comparto sanitario. Il fabbisogno di personale assistenziale del comparto per il 2016, OSS e infermieri, per effetto delle cessazioni previste al 30 settembre è di 88 unità. L’Azienda ha già provveduto ad una prima trance di 45 assunzioni e sta procedendo per ulteriori 39. In attesa del completamento delle procedure di assunzione, e per garantire le ferie estive a OSS e infermieri, l’Azienda sta procedendo, inoltre, ad ulteriori assunzioni per 72 unità di personale interinale. Va precisato che l’Azienda Usl di Bologna garantisce al proprio personale un periodo di ferie di 3 settimane continuative, superiore alle 2 previste contrattualmente.

L’Azienda garantisce inoltre di aver drasticamente ridotto nel corso degli ultimi due anni il ricorso al personale interinale, stabilizzando nel 2015 un centinaio di contratti ed utilizzandolo eccezionalmente, come quest’anno, per garantire le ferie al personale o in attesa delle assunzioni a tempo indeterminato. “Il ricorso ai doppi turni ha dimensioni del tutto fisiologiche e si attesta, per i primi 5 mesi del 2016, al 5% del totale complessivo dei turni ed è utilizzato esclusivamente per rispondere ad esigenze di copertura a seguito di assenze improvvise non programmate. Anche il ricorso alle ore di lavoro straordinario registra tra il 2015 e il 2016 un trend in diminuzione, con una riduzione stimata a fine anno superiore al 10%”.

Quanto alle Risonanze magnetiche e alle TAC, garantiscono le aziende, quelle degli ospedali Bellaria e Maggiore lavorano già a pieno regime, 7 giorni su 7, 12 ore al giorno e assicurano oltre 16 mila RMN all’anno, accogliendo un cittadino ogni tre quarti d’ora, e 113 mila TAC.

E, conclude la nota, “grazie al potenziamento dell’attività di produzione interna e all’incremento commissionato alle strutture del privato accreditato a tariffe calmierate, con un risparmio di circa 1 milione e 300 mila euro, è stato possibile azzerare i tempi di attesa per RMN e realizzare ulteriori risparmi per 2 milioni e 700 mila euro sulla spesa che si sarebbe dovuta sostenere per la mobilità verso altre Regioni (per esempio il Veneto) di cittadini che avevano bisogno di eseguire una TAC o una RMN”.
 

14 giugno 2016
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