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Emilia Romagna. Regione-Atenei firmano protocollo per regia unica su assistenza, didattica e ricerca

Viene istituito Comitato regionale di indirizzo a cui saranno affidate “molte future scelte strategiche, che diverranno comuni tra Servizio sanitario regionale e Università”. Le Università, inoltre, parteciperanno come invitate in modo permanente ai lavori delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie. Bonaccini: “Accordo strategico, investiamo sulla qualità dei servizi e la cura delle persone”.

01 AGO - Regione e Università insieme per migliorare ulteriormente la qualità del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna. È stato approvato un Protocollo di intesa tra la Regione e gli atenei di Bologna, Ferrara, Modena-Reggio Emilia e Parma che porta a una programmazione condivisa, in particolare sulle attività assistenziali essenziali e quelle didattiche e della ricerca.

A darne notizia una nota della Regione Emilia Romagna in cui si spiega che "il Protocollo segue il precedente, del 2005, di cui si riconosce la validità dell’impianto generale e delle premesse di principio, prendendo però atto dei cambiamenti istituzionali, normativi e organizzativi intervenuti in questi anni".

In base all’intesa, spiega la Regione, che fornisce anche una scheda di sintesi dei contenuti del Protocollo, viene istituito il Comitato regionale di indirizzo, presieduto dall’assessore regionale alle Politiche per la salute e composto dai quattro rettori, oltre che da quattro membri nominati dalla Giunta regionale. “Al Comitato saranno affidate molte future scelte strategiche, che diverranno comuni tra Servizio sanitario regionale e Università,per garantire l’integrazione tra la programmazione sanitaria regionale e le attività formative e di ricerca delle Università: dalle proposte formative agli indirizzi per l'istituzione dei Dipartimenti ad attività integrata interaziendale, alle indicazioni sulle modalità di determinazione dei requisiti necessari per l'inclusione nelle reti formative delle strutture assistenziali e alla definizione dei programmi di ricerca di comune interesse”.

Inoltre, le Università parteciperanno come invitate in modo permanente ai lavori delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie, “importanti per la valutazione dell’equa distribuzione dei servizi sociali e sanitari e per la promozione della salute a livello locale.”

“Abbiamo deciso di investire in qualità e cura delle persone, senza lasciare indietro nessuno, puntando a una programmazione condivisa con i quattro atenei dell’Emilia-Romagna", afferma nella nota il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini. "Sono convinto che darà ottimi risultati e che contribuirà a migliorare la qualità dei servizi, in un sistema sanitario regionale che già rappresenta un’eccellenza. Grazie al Protocollo - ha proseguito il presidente - le Università entrano in un sistema di regole regionali e ne condividono la programmazione. Per i cittadini questo significa avere punti di riferimento precisi e univoci all’interno degli ospedali per la cura delle principali patologie. Formazione e ricerca, inoltre, diventano patrimonio anche dei professionisti del servizio sanitario nazionale, che potranno contribuire alla didattica dei corsi di laurea delle professioni sanitarie. Andiamo quindi verso una rete di servizi sanitari costituita dal servizio sanitario regionale e dalle scuole universitarie di medicina, con l’obiettivo dell’integrazione e dell’autosufficienza dei territori. Siamo insomma di fronte a un salto di qualità evidente nella gestione delle strutture sanitarie - ha concluso il presidente della Regione -, a un Protocollo che è importante e strategico e conferma ancora una volta la direzione di marcia anche in ambito sanitario: garantire competitività attraverso la qualità, anche in termini di servizi e soluzioni di governance. L’obiettivo è chiaro: una sanità sempre di più in grado di rispondere con rapidità ed efficacia alle esigenze dei cittadini”.

“Con il Protocollo, valido per i prossimi cinque anni, abbiamo voluto fare un passo avanti rispetto all’accordo precedente, tenendo conto delle riforme significative degli ultimi anni che hanno riguardato gli atenei e il patto per la salute", ha dichiarato l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi. "Si tratta - ha proseguito - di un protocollo che rispetto a questi nuovi scenari rafforza e sostanzia l’esercizio effettivo della programmazione congiunta, la quale - ha sottolineato Venturi - pur nel rispetto delle reciproche autonomie porterà a un maggior valore dei nostri ospedali e delle nostre Università. Sottolineo ancora l’importanza e la grande valenza istituzionale del nuovo strumento di integrazione e di programmazione del quale ci siamo dotati, quale è il Comitato regionale di indirizzo, alla cui regia saranno affidate decisioni e progetti futuri di grande significato per la ricerca e la sperimentazione clinica”.

Per Francesco Ubertini, rettore dell’Università di Bologna, “con questo protocollo introduciamo un cambio di prospettiva importante, definendo una cornice che mette a disposizione strumenti innovativi: penso soprattutto alla ricerca e alla formazione, mettendo al centro gli studenti, spesso citati nell’intesa. Un risultato che si inserisce all’interno dell’ottimo lavoro che stiamo portando avanti come atenei insieme alla Regione”. Da Giorgio Zauli, rettore dell’Università di Ferrara, arriva “l’apprezzamento per questa intesa che riconosce l’esistenza di quattro grandi scuole di medicina: non a caso, gli studenti sono in aumento nelle facoltà di Medicina di tutti e quattro gli atenei. E la scelta dei dipartimenti interaziendali è una scelta di grande modernità”. Per Angelo Oreste Andrisano, rettore dell’Università di Modena-Reggio Emilia, “siamo di fronte a un Protocollo importante, il cui rinnovo era atteso da tempo, che sancisce la nascita di un nuovo spirito di collaborazione tra medici, tecnici e ricercatori”. Loris Borghi, rettore dell’Università di Parma, sottolinea come “l’intesa abbia un grande significato politico e organizzativo e si inserisce in un nuovo clima, favorito dalla Giunta regionale, che vede le università come fattore importante per lo sviluppo economico dell’Emilia-Romagna: mai come prima gli atenei regionali sono chiamati a dare il proprio contributo, coordinato, per la crescita dei territori”.

01 agosto 2016
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