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Emilia-Romagna. Arriva il riconoscimento a Tutor e Coordinatori Didattici

A seguito di un accordo, il primo in Italia, tra assessorato regionale alla Sanità e sindacati, circa 7.500 tra infermieri, ostetriche, tecnici sanitari coordinatori e tutor che frequentano i corsi di laurea triennali abilitanti al primo livello delle professioni sanitarie in Emilia-Romagna, verranno riconosciuti in termini di valorizzazione del ruolo

11 SET - Circa 7.500 tra infermieri, ostetriche, tecnici sanitari coordinatori e tutor degli studenti che frequentano i corsi di laurea triennali abilitanti al primo livello delle professioni sanitarie in Emilia-Romagna verranno riconosciuti in termini di valorizzazione del ruolo. Con un riconoscimento economico per questa attività di insegnamento e accompagnamento, che arriva grazie all’investimento di 2,6 milioni di euro da parte della Regione.

E’ il frutto di un accordo, il primo in Italia, tra l’assessorato regionale alla Sanità e i sindacati (Fp-Cgil, Fp-Cisl e Fpl-Uil) che intende regolamentare e valorizzare le figure professionali strategiche per il comparto premiando coloro che mettono la propria esperienza a disposizione dei giovani che si stanno formando per accedere ai ruoli sanitari.

Sono due, infatti, gli obiettivi dell’intesa: riconoscere il ruolo importante di chi svolge l’attivita’ didattica e qualificare e valorizzare, anche dal punto di vista economico, questo tipo di incarichi.

L’accordo sperimentale (che verrà dunque monitorato) vale per il personale del servizio sanitario regionale e vede la creazione di tre figure: il coordinatore dei corsi di laurea o responsabile delle attività didattiche professionalizzanti, che garantisce l’interazione tra i diversi insegnamenti e i tirocini, il coordinamento e l’indirizzo dei tutor; il tutor didattico, che deve orientare gli studenti e facilitare l’apprendimento ed essere l’interfaccia tra le attivita’ di docenza e quelle di tirocinio; il tutor di tirocinio, che affianca gli studenti, facilitando l’apprendimento professionalizzante e contribuisce al raggiungimento degli obiettivi didattici e alla valutazione durante il tirocinio.

La firma ne segue altre tre (19 settembre, 28 novembre 2016 e 30 giugno 2017) che hanno permesso di immettere nel sistema sanitario dell’Emilia-Romagna 4.300 tra medici, infermieri, ostetriche, tecnici e operatori sanitari tra il 2015 e il 2016, spiega la Regione, con circa 25 milioni di euro per stabilizzazioni, conferme dei contratti in essere, nuove assunzioni e copertura del turn-over al 90%.

Soddisfatti i sindacati, che parlano di “un ulteriore tassello e un importante risultato a quel percorso, facendo un altro passo avanti”, e che chiedono l’apertura del confronto nelle aziende sanitarie per distribuire le risorse. “Queste risorse potranno essere utilizzate per riconoscere il lavoro di affiancamento agli studenti, di coordinamento dei corsi di laurea e dei responsabili della didattica”. L’accordo, tra l’altro, “permetterà di qualificare e regolamentare un ruolo, quello della partecipazione alla didattica, strategico per il sistema e di particolare valore professionale, e che non e’ ancora previsto nel contratto collettivo nazionale”.

Ora si aprirà il confronto tra sindacati con le Rsu e le direzioni generali in ogni azienda che ricevera’ il finanziamento e saranno definite le regole di utilizzo, che potranno anche essere diverse da azienda ad azienda.

“Formare adeguatamente i futuri professionisti della sanità - dichiara l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi - è fondamentale, e altrettanto importante è valorizzare chi svolge incarichi di affiancamento e didattica per gli studenti. Assieme ai sindacati diamo concreta attuazione al Patto per il lavoro, che ha come fondamenta le politiche occupazionali attive e le politiche per la valorizzazione professionale”.

Il contributo finanziario viene suddiviso tra le aziende sanitarie sulla base del numero di studenti iscritti, programmati o stimati nei corsi universitari per le professioni sanitarie e anche sulla base del numero degli operatori coinvolti.

I 2,6 milioni di euro saranno quindi così distribuiti: all’azienda sanitaria di Piacenza sono destinati 123.747 euro, a quella di Parma 95.497 euro, all’azienda ospedaliera di Parma andranno 286.808 euro, all’azienda sanitaria di Reggio Emilia 106.279 euro, mentre a quella ospedaliera 132.283 euro. E ancora, all’azienda ospedaliera Modena sono destinati 149.609 euro, a quella sanitaria 113.868 euro, all’Ausl di Bologna 373.292 euro, a quella ospedaliera 202.446 euro e all’Istituto ortopedico Rizzoli 22.068 euro. Per l‘Ausl di Imola ci sono 108.576 euro, per l’azienda ospedaliera di Ferrara 174.016 euro, mentre 69.348 euro sono per l’Ausl. Infine alll’Ausl Romagna arriveranno 632.616 euro.

Lorenzo Proia

11 settembre 2017
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