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Taglio posti letto in Emilia Romagna. Botta e risposta tra Lega e Regione

Il consigliere della Lega Daniele Marchetti attacca la Regione per il taglio di posti letto, con la perdita di 242 posti letto in 5 anni nella provincia di Bologna. L’assessore Venturi replica: “Su quali basi scientifiche si sostiene che meno posti letto voglia dire meno qualità nell’assistenza?”. Poi evidenzia che “in questi anni la riduzione dei posti letto è stata dovuta alla riduzione dell'ospedalizzazione a favore del regime ambulatoriale e da precise indicazioni normative a livello nazionale”.

28 NOV - “I cittadini non sono stupidi, conoscono sulla propria pelle i problemi della Sanità emiliano-romagnola e la coltre di fumo sollevata ad arte dal governatore uscente, Stefano Bonaccini, e dal suo assessore alla Sanità, Sergio Venturi, finalizzata a nascondere la realtà dei fatti viene puntualmente smentita dai fatti. Fra questi un dato clamoroso: negli ultimi 5 anni gli ospedali della provincia di Bologna hanno perso 242 posti letto”. A denunciarlo è il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti, riferendo che in Consiglio regionali sono state depositate “300 300 interrogazioni relative a segnalazioni arrivateci dai cittadini, oggi ci viene riferito che nella provincia di Bologna diminuiscono i posti letti. Ebbene, è venuto il momento che Bonaccini dica la verità ai cittadini e dia loro spiegazioni su liste d'attesa chilmetriche, chiusura agende, trasferimento pazienti verso altre regioni, mancata linearita' nell'erogazione dei servizi”.

Le replica della Regione non si è fatta aspettare. “Il consigliere regionale della Lega Marchetti ‘vuole la verità’? Bene, la verità è che, quando si parla di sanità, occorrerebbe usare prudenza e competenza. Cosa rappresenta il ‘dato clamoroso’, come lo definisce lui, relativo alla riduzione dei posti letto negli ospedali bolognesi? Pensa davvero, il consigliere Marchetti, che se ci sono meno posti letto, significa meno qualità? E quanti pazienti ha visto, il consigliere Marchetti, allettati nei corridoi perché mancano posti letto? Glielo dico io: nessuno”. Questo il commento dell’assessore regionale alle politiche per la Salute, Sergio Venturi.

“Capisco - prosegue la nota di Venturi - la campagna elettorale, però attenzione a lanciare ai cittadini segnali di sfiducia, del tutto immotivati, in un settore così delicato come la sanità. Perché è giusto chiedere conto di questo o quel problema, però prima di gridare allo scandalo, occorre capire come si incastrano tutti i tasselli di quel complesso puzzle che è la sanità”.

“Ricordo solo al consigliere - conclude l’assessore regionale alla Salute - che proprio oggi il rapporto Gimbe certifica come l’Emilia-Romagna sia al primo posto in Italia per quanto riguarda l’erogazione dei Servizi sanitari legati ai Livelli essenziali di assistenza. Non solo, sempre quest’anno, è stata indicata come Regione di riferimento (benchmark) a livello nazionale, assieme a Piemonte e Veneto. Mentre, sempre recentemente, è stata riconosciuta da Meridiano Sanità Index come prima Regione in Italia per capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione e per indice di mantenimento dello stato di salute. Tutto questo per dire che, forse, poi tutto questo allarme nella sanità regionale non c’è”.

Nella nota si illustrano poi i principali provvedimenti, e le motivazioni, che hanno portato alla riduzione dei posti letto. "Il numero dei posti letto si è gradualmente ridotto nel corso degli ultimi 20 anni in corrispondenza della riduzione dell'ospedalizzazione, sia in termini di numero di ricoveri che di durata media della degenza”, si legge nella nota. “Peraltro, lo standard di dotazione di posti letto, peraltro, non deriva da una scelta regionale ma è stato definito a livello nazionale dal Decreto ministeriale 70/2015 in 3,7 posti letto ogni mille abitanti. Tutte le regioni sono tenute a rispettare tale standard che costituisce un adempimento. Questo positivo risultato è stato reso possibile dall'evoluzione degli strumenti diagnostico-terapeutici che in questi anni hanno consentito di migliorare la gestione a domicilio o in regime ambulatoriale di molte patologie”.

“Molti ricoveri - continua la nota regionale - sono stati trasferiti, in modo appropriato, dal regime di degenza al regime ambulatoriale. Due esempi: l'intervento di cataratta e quello del tunnel carpale, prima eseguiti con degenza ordinaria, ora eseguiti mantenendo lo stesso standard qualitativo, in regime ambulatoriale, con il paziente che può rientrare al proprio domicilio dopo poche ore. La riduzione dei ricoveri, e quindi del numero dei posti letto, non riguarda solo l'Emilia-Romagna ma è tendenza comune a livello almeno nazionale. Questo senza pregiudicare la capacità di risposta ai bisogni assistenziali del cittadino. I progressi in campo medico, clinico e scientifico consentono dimissioni più rapide ed un più veloce rientro nell'ambiente domestico del paziente che potrà contare su un'efficiente rete di servizi territoriali integrati”.

“Va sottolineato anche il fatto - conclude la nota - che la riduzione dei posti letto è una tendenza organizzativa, mentre non è quasi mai un indicatore del livello di assistenza oppure dello stato di salute della popolazione”.

28 novembre 2019
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