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All’Istituto tumori della Romagna arriva il Farmacista Counselor ospedaliero in Oncologia

Il ruolo principale del farmacista counselor ospedaliero sarà quello di supportare il paziente nella corretta e sicura assunzione al domicilio dei farmaci orali, che hanno un ruolo di primo piano nel trattamento delle patologie oncologiche ed onco-ematologiche. Per l’Irst questa nuova figura permetterà importanti i risvolti anche in termini di monitoraggio e segnalazione di eventuali effetti collaterali correlati al farmaco.

23 GEN - “Non un semplice “consigliere” ma un vero e proprio punto di riferimento costante e competente, capace di offrire al paziente informazioni complete sul farmaco oncologico orale lungo tutto il percorso di cura”. Così l’Istituto Tumori della Romagna (Irst) Irccs descrive la nuova figura del “Farmacista counselor ospedaliero”, introdotta presso l’Istituto per affiancare e supportare i pazienti oncologici nella corretta e sicura gestione dei farmaci oncologici orali assunti in autonomia al domicilio.

Ideato e messo a punto dalla Direttrice della Farmacia Oncologica IRST, Dott.ssa Carla Masini, il progetto si pone come obiettivo la presa in carico del paziente nella gestione delle terapie orali oncologiche e l’adeguamento del servizio alle più aggiornate raccomandazioni ministeriali in termini di sicurezza e uso del farmaco. Superata con “ottimi riscontri” la fase pilota, il servizio è già attivo presso la sede di Meldola dell’Istituto e sarà successivamente esteso, per i pazienti le cui prescrizioni dipendono da Irst, alla sede di Cesena con la collaborazione del Servizio di Distribuzione Diretta AUSL della Romagna.

“La presenza di una figura qualificata e formata, esperta delle terapie oncologiche, risponde alle più recenti esigenze e problematiche dei pazienti”, spiega l’Istituto in una nota. “L’innovazione farmaceutica in campo oncologico ed onco-ematologico, infatti, è sempre più caratterizzata dallo sviluppo e dalla commercializzazione di farmaci che coniugano i vantaggi dell’innovativo meccanismo di azione dei principi attivi cosiddetti “a bersaglio molecolare”, con quelli determinati dalla somministrazione per bocca del farmaco. Tali formulazioni, oltre che efficaci, sono generalmente preferite dal paziente perché l'assunzione orale è percepita come meno invasiva rispetto a quella infusionale e per il fatto che la gestione del farmaco è prettamente domiciliare”.

Tuttavia, gli errori nell'assunzione e le tossicità dei farmaci onco-ematologici orali sono rilevanti e devono essere tenuti in considerazione al pari di quelli delle terapie infusionali. “La gestione domiciliare trasferisce al paziente e/o al "care-giver" maggior responsabilità nella corretta gestione del trattamento: è fondamentale - evidenzia, dunque, la nota dell’Irst - che il paziente sia stato ben istruito sulla posologia (quantità di pillole) e sulle corrette modalità di assunzione, che sia stimolato a non sottovalutare e a riportare al medico gli eventi avversi che riscontra in corso di trattamento e che, in conseguenza di questi, non modifichi dosi e posologia in autonomia. Il mancato rispetto delle indicazioni mediche riguardo la terapia, infatti, predispone al rischio di fallimenti terapeutici o all'insorgenza di tossicità e, in ultima analisi, allo spreco di risorse economiche (i farmaci oncologici orali sono farmaci ad alto costo)”.

Il paziente deve essere, inoltre, stimolato ad informare il medico o il farmacista di tutte le terapie concomitanti che sta assumendo – altri farmaci, ma anche terapie complementari come fitoterapici, integratori, omeopatici – perché solo conoscendo le terapie concomitanti è possibile valutare correttamente le eventuali interazioni che possono determinare l'inefficacia o l'insorgenza di tossicità del trattamento oncologico.  

Il servizio prevede che il farmacista consegni il farmaco orale su appuntamento, in uno studio dedicato in cui possa svolgersi il colloquio diretto con il paziente volto a fornire un’esauriente “educazione terapeutica” sulla gestione della terapia orale. Il colloquio avviene sia in corrispondenza del primo ritiro della terapia che segna l’avvio del trattamento, sia durante ogni ritiro successivo.

“Il colloquio - spiega la nota - rappresenta un importante momento di informazione/formazione del paziente riguardo alla terapia che dovrà assumere (posologia, durata, modalità di conservazione, effetti collaterali più comuni) e alle modalità per segnalare eventuali problematiche/eventi avversi”. Durante il colloquio il farmacista raccoglierà tutte le informazioni relative ai farmaci concomitanti e terapie complementari assunte ed eseguirà la valutazione delle possibili interazioni. Le principali informazioni sul farmaco e sul suo corretto utilizzo vengono consegnate al paziente attraverso schede informative specifiche che fungono da promemoria.

Il progetto, inoltre, prevede il coinvolgimento attivo del paziente che ha il compito di compilare un diario di terapia riportando gli eventuali effetti collaterali riscontrati da consegnare al farmacista per il corretto monitoraggio. Ad ogni nuovo ritiro, il paziente dovrà consegnare al farmacista counselor ospedaliero il diario di terapia compilato, portando con sé le eventuali compresse non assunte; la valutazione di questi due aspetti consentirà al farmacista di determinare l’aderenza del trattamento in modo puntuale per ogni paziente e di valutare la tollerabilità e gli eventuali effetti collaterali del trattamento, che potranno essere anche oggetto di segnalazione, in accordo a quanto previsto dalla normativa nazionale di Farmacovigilanza.

Ogni informazione relativa a questo percorso viene registrata dal farmacista nella cartella clinica informatizzata del paziente in modo da essere tracciata e disponibile per tutti i professionisti che seguono il suo percorso di cura.

L’obiettivo finale del progetto è quindi “garantire al paziente il supporto necessario per ottenere un trattamento efficace e sicuro con i farmaci orali assunti a domicilio e, in ottica più ampia, ridurre gli sprechi di farmaco dovuti a una scorretta gestione, abbattendo i costi sostenuti e garantendo la sostenibilità del sistema sanitario”.

23 gennaio 2020
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