Società Italiana di Andrologia: “Solo il 2% degli under 20 si controlla”. Al via "6 mesi” di prevenzione
19 MAR - Prende il via da oggi in tutt’Italia il Semestre della prevenzione andrologica, trasformazione a sei mesi della Settimana promossa annualmente dalla Società italiana di andrologia (Sia), quest’anno con un occhio particolare ai giovani attraverso un sito dedicato. Come nelle precedenti undici edizioni sono previste visite gratuite, prenotabili nei centri aderenti, rivolte ai maschi italiani dai 18 anni in su. “L’estensione a sei mesi della campagna vuole offrire una maggiore disponibilità e favorire l’approccio ” dice Furio Pirozzi Farina, presidente della Sia, presentando la rinnovata iniziativa a Milano .
“Dalle 100.000 visite circa effettuate nelle edizioni precedenti abbiamo osservato inoltre che c’è stata una partecipazione scarsa da parte dei giovani, intorno al 2% sotto i 20 anni d’età. La prevenzione andrologica deve cominciare invece fino dall’adolescenza; problemi che in questa fase non sono propriamente patologie vanno individuati per essere affrontati evitando successive conseguenze, come nel caso del varicocele e del rischio infertilità”. Per questo dall’avvio della campagna è attivo il sito www.prevenzioneandrologica.it strutturato in modo da offrire informazioni qualificate su benessere e salute sessuale anche ai più giovani, con attenzione al loro modo di usare il web (per il 40% sarebbe questa la fonte sull’argomento): si può infatti bypassare su Facebook e su Youtube.
Il progetto di sensibilizzazione dei giovani maschi, con ricorso ai loro canali d’informazione, nasce anche in base a precedenti esperienze della Sia, come quella maturata nel biennio 2005-2007 attraverso visite andrologiche a 10.000 studenti delle scuole superiori di quattro regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna). “Per un ragazzo su tre si è individuato un problema andrologico, come varicocele, criptorchidismo, pene ricurvo congenito o altre disfunzioni comuni, che in metà dei casi possono interferire con la fertilità e nel 10% con la sessualità” rileva Nicola Mondaini, dirigente medico dell’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze e coordinatore dell’iniziativa nelle scuole. Va ricordato, in generale, che in metà dei casi d’infertilità di coppia sono in causa fattori maschili. “Per i ragazzi sono emersi anche dati su abitudini di vita che influiscono sulla funzionalità sessuale” continua Mondaini “come l’abuso di sostanze per il 40e il consumo di alcol per l’80%. La prima fonte d’informazione sessuale era costituita dagli amici, seguita dai motori di ricerca che per il 40% è affidabile quanto il medico di famiglia”.
“Dai nostri dati, la conoscenza dell’andrologo come medico di riferimento per l’ambito sessuale maschile è migliorata, essendo aumentata dal 4% del 2000 al 13% di oggi “aggiunge Pirozzi Farina “ma è ancora bassa, specie tra i giovani maschi, così come l’informazone sulla prevenzione sessuale. Per esempio, nonostante il 30% degli allievi delle prime classi delle superiori abbia già avuto rapporti sessuali, il profilattico risulta sempre utilizzato solo da un terzo e come mezzo di prevenzione della malattia sessualmente trasmissibili soltanto dal 6,7% (contro il 90% della finalità anticoncezionale)”. Tra le altre iniziative Sia per la prevenzione si annoverano la rivista quadrimestrale “Io uomo” distribuita in metà circa delle farmacie italiane e la mappa andrologica Cerca lo specialista consultabile sul sito della Società, per andare incontro a quanti non sanno a chi rivolgersi.
E. V.
19 marzo 2012
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