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Fondo pensione Perseo Sirio. Intervista a Wladimiro Boccali: “Entro il 2017 raggiungeremo 160mila lavoratori pubblici”

Il tutto grazie ad un accordo con Anci, Federsanità e Conferenza delle Regioni, grazie al quale è stato avviato un programma che mira ad associare almeno il 10% del potenziali aderenti. Questo l'obiettivo annunciato dal Fondo pensione dei dipendenti pubblici, nato nel 2014 dalla fusione tra il fondo pensione Perseo e il fondo Sirio. 

17 MAR - Il nostro paese soffre di una profonda insufficienza di cultura previdenziale che rischia di compromettere il futuro di intere generazioni, non consentendo loro di poter effettuare scelte consapevoli in materia di copertura previdenziale. La conoscenza degli strumenti previdenziali fondamentali – previdenza pubblica e previdenza complementare negoziale – è indispensabile per poter coscientemente decidere del proprio futuro ed in particolare per garantire quei servizi per la non autosufficienza indicati fin dai decreti di Livia Turco, Ministro della salute nel 2007.

In questo contesto si inserisce il Fondo pensione “Perseo Sirio”, costituito il 1 ottobre del 2014, descritto dal suo Presidente Wladimiro Boccali: “Perseo Sirio è il Fondo pensione dei pubblici dipendenti, con esclusione del settore scolastico, e, in particolar modo dei lavoratori della sanità. Nato dalla fusione tra il fondo pensione Perseo e il fondo Sirio, non ha finalità di lucro e ha come obiettivo quello di consentire ai lavoratori della pubblica amministrazione di costruirsi una pensione complementare a quella pubblica erogata dall’INPS. È costituito sulla base dei contratti di lavoro e, per questo, è nell’interesse anche delle parti datoriali, che io rappresento, che il Fondo possa riscuotere tra i lavoratori interessati il massimo del consenso possibile e svolgere il proprio importante ruolo nell’ambito del sistema di welfare integrativo, assicurando a tutti gli aderenti livelli sempre più elevati di copertura previdenziale".

Gli operatori del settore sanitario sono diversi. In particolare, chi si può iscrivere a Perseo Sirio?
Perseo Sirio, nel settore della sanità, si rivolge a tutti i dipendenti, compresi dirigenti e medici, delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale – siano esse Aziende Sanitarie o Aziende Ospedaliere o, ancora, Policlinici Universitari -, ma anche a quelle cliniche private che hanno sottoscritto o intendono sottoscrivere con le organizzazioni sindacali un accordo di adesione al Fondo.

Perché un operatore della sanità dovrebbe scegliere Perseo Sirio in luogo di un fondo aperto di una banca o un PIP di un’assicurazione?
Ci sono tre ragioni importanti per scegliere Perseo Sirio: la prima è nella natura senza scopo di lucro del fondo pensione negoziale che, non dovendo remunerare una proprietà – che non ha -, sconta dei costi di gestione estremamente ridotti – l’attuale quota associativa è di soli 16 euro l’anno – e il lavoratore è socio del Fondo e non cliente; la seconda è nel contributo del datore di lavoro, pari all’1% della retribuzione utile all’accantonamento al TFR, eventualmente arricchito, per i lavoratori pubblici in TFS, da un incentivo statale dell’1,2% sulla stessa base, oltre ad una parte del TFR; la terza è nella gestione in garanzia con la quale partirà a breve la gestione finanziaria, che permetterà all’associato di avere, alla fine del programma previdenziale, nel caso peggiore, la restituzione dell’intero capitale versato, contenendo perciò al minimo i rischi insiti nell’investimento finanziario.

Concretamente quali sono i vantaggi di chi aderisce?
Le risponderò con estrema semplicità. Il lavoratore aderente versa al Fondo l’1% della retribuzione e riceve dal datore un ulteriore 1% e dallo stato un altro 1,2%. Cioè verso 100 e ricevo 220 in più. Le sembra un buon affare oppure no? A questo aggiungiamo che il lavoratore già in servizio al 31 dicembre del 2000 potrà trasformare il suo TFS – particolarmente penalizzante nella sanità pubblica – in TFR, con un ulteriore vantaggio, utilizzandone per previdenza complementare solo una parte. Inoltre, le prestazioni del fondo possono essere in rendita vitalizia oppure in capitale, da riscuotere in unica soluzione. I lavoratori assunti successivamente al 31 dicembre 2000, che ragionevolmente punteranno a costruirsi una pensione complementare da affiancare a quella pubblica, oltre a poter contare sul contributo del datore, potranno utilizzare l’intero TFR futuro per accrescere la propria attesa pensionistica complementare. Mi prendo ancora un piccolo spazio per mettere in evidenza che il Fondo pensione eroga, qualora occorra all’associato, anche anticipazioni della prestazione previdenziale durante il rapporto di lavoro.

Passiamo, ora, dall’altra parte, quella che lei rappresenta. Quale impegno vi attendete dalle Aziende sanitarie per diffondere la conoscenza di Perseo Sirio? E, soprattutto, perché dovrebbero farlo? Avete incontrato resistenze?
In primo luogo ritengo che il rispetto del contratto di lavoro sia il primo dovere da parte del datore, anche se comprendo la situazione finanziaria in cui versano le pubbliche amministrazioni, ma, allo stesso tempo, questo non può essere d’impedimento all’affermarsi di un diritto contrattuale, definito per via pattizia dalla rappresentanza datoriale e da quella sindacale. Corrette relazioni sindacali sono alla base di una corretta gestione del personale. Oltre tutto, qui si tratta non solo di sborsare qualche euro, ma di contribuire fattivamente ad un bisogno nazionale: la diffusione della cultura previdenziale ad iniziare dalle generazioni più giovani, perché il domani si costruisce oggi. Questa è, di per se, una ragione più che sufficiente per le aziende per collaborare attivamente con il Fondo e le organizzazioni sindacali per obiettivi che li accomunano sia sul versante contrattuale, come già detto, sia sul versante della crescita della coscienza previdenziale. Resistenze? Sì, certo: non conoscenza del Fondo, confusione tra Perseo Sirio e una qualsiasi banca o assicurazione, diffidenza, rallentamenti, rinvii, poca disponibilità. Ma nulla di irreparabile. Oggi siamo partiti, in accordo con ANCI, Federsanità e Conferenza delle Regioni, con un programma ambizioso: raggiungere tutti i lavoratori della pubblica amministrazione e associare in due/tre anni almeno il 10% del potenziali aderenti, circa 160.000 lavoratori pubblici.


Raffaella Fonda

17 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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